Campidoglio, allarme conti: scure sui servizi. Nuovi tagli da 320 milioni. A rischio scuole e lotta alle buche

Campidoglio, allarme conti: scure sui servizi. Nuovi tagli da 320 milioni. A rischio scuole e lotta alle buche
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Martedì 4 Ottobre 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 22:34

Appena concluso il piano di rientro triennale - con i 440 milioni di risparmi totalizzati dall'amministrazione di Ignazio Marino e dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca - anche il bilancio di previsione 2017 del Campidoglio sarà sul modello lacrime e sangue, con tagli alla spesa corrente che potrebbero toccare quota 320 milioni. Un mosaico difficile da incastrare, che viene peggiorato dai ritardi accumulati negli ultimi mesi: a partire dalla mancata approvazione della manovra di assestamento autunnale, che l'ex assessore Marcello Minenna aveva annunciato per il 30 settembre. In quel documento ci sarebbero dovuti essere i 70 milioni di spese fantasma, trovati dall'uomo della Consob nelle pieghe dei documenti contabili di Palazzo Senatorio, di cui adesso non si parla più. Così come non è chiaro l'esito della ricerca del «miliardo di euro di sprechi», promessa da Virginia Raggi in campagna elettorale. «Da una verifica puntuale delle poste di bilancio abbiamo già individuato 11 milioni di cui 9 milioni li abbiamo già immediatamente utilizzati per le esigenze dei municipi», ricorda la Raggi. Ma adesso i tempi sono davvero stretti, e sulla manovra pesano alcuni fardelli che costringeranno a nuovi sacrifici. «La nostra attività di governo in questo primissimo periodo è stata dedicata alla verifica puntuale dei conti di Roma Capitale, che non sono in ordine - sottolinea la sindaca - Abbiamo iniziato a cercare tutte quelle economie di bilancio che potessero andare a sostenere i servizi che Roma deve erogare e che troppo spesso negli anni scorsi non è stata capace di supportare a causa di sprechi».

I SETTORI
A pagare le conseguenze della nuova riduzione del budget complessivo del Campidoglio, che a fine del 2015 si era attestato complessivamente sui 7,1 miliardi di euro, saranno innanzitutto i dipartimenti. Il nuovo assessore al bilancio Andrea Mazzillo dovrà lanciare un'azione di spending review, che riduca all'osso tutte le spese ancora comprimibili. Ma i tagli veri e propri saranno inevitabili, e verranno verosimilmente eseguiti secondo una scala di priorità: alcuni settori, dalle politiche sociali ai trasporti, saranno quasi completamente preservati. Mentre sacrifici potrebbero essere chiesti soprattutto a scuola e cultura, con riduzioni di budget comprese tra il 5 e il 10 per cento rispetto all'anno passato. Mano soldi dovrebbero arrivare anche ai Municipi, in particolare quelli più centrali. Nelle delibere collegate al bilancio si capirà quali potrebbero essere le ripercussioni pratiche per i romani e, in particolare, se ci sarà un ulteriore incremento delle tariffe degli asili nido. A rischio anche i fondi per la manutenzione stradale, già colpita duramente dalla mancata approvazione dell'assestamento. A portare nuovi risparmi saranno poi due dipartimenti già toccati dalle ultime manovre: patrimonio e personale.

Indipendentemente dagli esiti della trattativa sul salario accessorio, il Campidoglio punta a ottenere importanti risparmi - tra i 20 e i 30 milioni di euro - sul fronte del costo del lavoro. Buona parte di questo obiettivo sarà ottenuto dalla diminuzione dei dipendenti, dovuta al parziale blocco del turnover. Ulteriori riduzioni della spesa saranno ricavate dalla riforma degli extra salariali, ma anche da un taglio dei dirigenti, con il piano di rientro che prevede una riduzione di costi del 10 per cento per questa voce.

I PUNTI CRITICI
A rendere particolarmente gravoso il compito di Mazzillo ci sono i debiti fuori bilancio, ancora presenti nei libri contabili capitolini: si tratta di oltre 234 milioni, considerando solo quelli già riconosciuti e contenuti nell'ultima relazione dei revisori dei conti dell'Oref. Ma vanno considerati, in questo quadro a tinte fosche, anche i soldi da stornare per pagare i mutui accumulati dalla gestione ordinaria del Comune dal 2008 a oggi: nel 2017 l'amministrazione dovrà versare alle banche una rata da 85,1 milioni. E si andrà avanti così fino al 2036, salvo complicazioni.