Campidoglio, caos stipendi: a rischio asili e anagrafe

Campidoglio, caos stipendi: a rischio asili e anagrafe
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
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Sabato 9 Gennaio 2016, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 11:41


ROMA Più fastidioso del guano sui lungotevere, più pesante delle polveri sottili. Una nuova grana si sta per abbattere sul Campidoglio e sul commissario Francesco Paolo Tronca. Gli stipendi dei dipendenti del Comune di Roma rischiano una sforbiciata di quasi il 50%. Già a partire dalle buste paga di gennaio e febbraio è molto più che in forse la voce legata al salario accessorio. Una bomba sui conti del Comune dagli esiti difficili da decifrare. I sindacati hanno confermato lo sciopero generale per il 27 gennaio. Ballano i servizi essenziali nella Capitale d'Italia che da un mese ospita il Giubileo. La faccenda interessa circa 23mila persone: vigili urbani, amministrativi e maestre. Le ripercussioni dunque sono facili da immaginare. Tronca si trova a gestire una situazione che ha ereditato e che parte da lontano. Da quando cioè, sindaco Ignazio Marino, il ministero dell'Economia disse basta alla vecchia usanza dei premi a pioggia per i dipendenti capitolini. Obbligando il Campidoglio ad agganciare la paga alla reale produttività. Una storia che si è trascinata, in un eterno braccio di ferro con i sindacati, fino a ieri sera.
LA DOCCIA FREDDA
I rappresentanti del Campidoglio infatti, durante un incontro che si è svolto in Prefettura, hanno ammesso che al momento non possono assicurare l'erogazione dei salari accessori, vale a dire la parte variabile dello stipendio che viene agganciata alla produttività, secondo la riforma voluta dall'ex sindaco Marino con un atto unilaterale. Insomma, nel cedolino del prossimo 27 gennaio i lavoratori comunali della Capitale potrebbero trovare solo la parte fissa del salario (poco più della metà). In 12 mila potrebbero ricevere meno di mille euro, secondo i calcoli della Cisl. Proprio i sindacati, al termine della riunione, hanno già issato le barricate promettendo uno sciopero generale a fine mese e minacciando: «Ci saranno ripercussioni anche per il Giubileo». Già da lunedì poi sono in pericolo tutti i servizi che vengono pagati proprio con i gettoni extra: dall'apertura pomeridiana degli uffici comunali ai turni festivi e domenicali dei vigili urbani.
 
LE CRITICITÀ
L'impasse nasce dalle considerazioni sul salario accessorio del Ministero dell'Economia, che lo scorso giugno ha bocciato di nuovo il fondo del Comune, dopo il primo stop del 2014, e i criteri della sua erogazione. Criticità che erano state inoltrate al Campidoglio già in estate, appunto. All'inizio si è tentato di intavolare una trattativa col Governo ma poi, tra le dimissioni dell'ex assessore al Personale, Luigi Nieri e la crisi politica della giunta Marino, la pratica è rimasta inevasa. In attesa di pareri positivi, a partire da quelli dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale nelle pubbliche amministrazioni) che non sono mai arrivati. E oggi i nodi vengono al pettine. Perché con il nuovo fondo ancora “congelato” dal Mef il Comune non può garantire che nella busta paga di gennaio ci sia la liquidazione del salario accessorio maturato dai dipendenti a ottobre. E lo stesso accadrà a febbraio, quando in teoria dovrebbe essere erogato quello di novembre. Il dossier è sulla scrivania del commissario Tronca che, tramite i suoi collaboratori, sta cercando di rimediare alla grana ereditata dalla precedente amministrazione, intavolando una trattativa proprio con il Ministero e l'Aran. Ma la vicenda non è facile. Anche perché lo stesso Tronca ha già deciso di importare proprio la riforma dei salari accessori (legandoli al merito) anche ai dipendenti delle partecipate comunali di Roma, dall'azienda dei rifiuti, l'Ama, a quella dei trasporti, l'Atac. Secondo il Documento unico di programmazione varato dal Campidoglio, l'adeguamento dovrebbe scattare a fine 2016. Ma prima, molto prima, va affrontata la grana salari dei dipendenti comunali. Che scoppia ora, in piena campagna elettorale.