Roma, nuovo maxi-buco nel bilancio: sos al Tesoro per salvare i conti

Roma, nuovo maxi-buco nel bilancio: sos al Tesoro per salvare i conti
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Sabato 5 Novembre 2016, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 13:00
Il tempo per l'approvazione del bilancio di previsione 2017 stringe, al 31 dicembre mancano meno di due mesi, ma sui conti di Palazzo Senatorio pende la spada di Damocle degli oltre 200 milioni di debiti fuori bilancio, peraltro ancora non approvati dalla giunta, che potrebbero creare non pochi problemi per la prossima Finanziaria capitolina. Il Comune ha chiesto aiuto al ministero dell'Economia, sotto forma di 220 milioni da spendere per chiudere l'ennesimo buco: non si tratta di fondi veri e propri, ma di quegli spazi di patto che, da qualche anno a questa parte, sembrano diventati uno strumento indispensabile per chiudere le manovre del Comune di Roma. Insomma, il Tesoro dovrebbe autorizzare l'amministrazione pentastellata a spendere quella cifra, garantita dalla gestione commissariale del debito storico del Campidoglio, per evitare che questi ulteriori debiti fuori bilancio si trasformino in un ulteriore fardello per i libri contabili di Roma Capitale.
L'ITER
La richiesta, redatta dall'assessore al bilancio Andrea Mazzillo, è stata recapitata al Mef quasi un mese fa. Da allora, però, non si registrano incontri tra i tecnici del Campidoglio e di via XX Settembre per approfondire il dossier, che resta ancora nella fase istruttoria. D'altra parte l'amministrazione comunale non ha ancora dato il via libera al riconoscimento di questi debiti, che in teoria avrebbero dovuto essere inseriti nell'assestamento di bilancio. Un problema non da poco: gli spazi di patto sono scadenzati per anno solare. Se tutta l'operazione non sarà quindi completata entro il 31 dicembre - con l'ok definitivo di giunta e assemblea capitolina - quelli del 2016 saranno definitivamente persi, e i 200 milioni e passa resteranno a pesare sui conti di Palazzo Senatorio, già alle prese con una manovra per il 2017 che si annuncia all'insegna di nuovi tagli e risparmi sulla spesa corrente. Nel novero vanno considerati anche i soldi da stornare per pagare i mutui accumulati dalla gestione ordinaria del Comune dal 2008 a oggi: nel prossimo anno l'amministrazione dovrà versare alle banche una rata da 85,1 milioni.
I TAGLI
A pagarne le conseguenze saranno innanzitutto i dipartimenti, a meno che Virginia Raggi non trovi davvero buona parte di quel «miliardo di sprechi» di cui i Cinque stelle parlavano frequentemente in campagna elettorale. Il Campidoglio lancerà un'azione di spending review, ma i tagli veri e propri saranno inevitabili, e verranno eseguiti secondo una scala di priorità: alcuni settori, dalle politiche sociali ai trasporti, saranno quasi completamente preservati. I maggiori sacrifici potrebbero invece essere chiesti a scuola e cultura, con riduzioni di budget comprese tra il 5 e il 10 per cento rispetto all'anno passato. Mano soldi dovrebbero arrivare anche ai Municipi, in particolare quelli più centrali.
LE TARIFFE
Nelle delibere collegate al bilancio si capirà quali potrebbero essere le ripercussioni pratiche per i romani e, in particolare, se ci sarà un ulteriore incremento delle tariffe degli asili nido. A rischio anche i fondi per la manutenzione stradale, già colpita duramente dalla mancata approvazione dell'assestamento. A portare nuovi risparmi saranno poi due dipartimenti già toccati dalle ultime manovre: patrimonio e personale. Indipendentemente dagli esiti della trattativa sul salario accessorio, il Campidoglio punta a ottenere importanti risparmi - tra i 20 e i 30 milioni di euro - sul fronte del costo del lavoro. Buona parte di questo obiettivo sarà ottenuto dalla diminuzione dei dipendenti, dovuta al parziale blocco del turnover. Ulteriori riduzioni della spesa saranno ricavate dalla riforma degli extra salariali, ma anche da un taglio dei dirigenti, con il piano di rientro che prevede una riduzione di costi del 10 per cento per questa voce.
Fabio Rossi
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