Campidoglio, il monito dei revisori sul bilancio: «Mini-società subito in vendita»

Campidoglio, il monito dei revisori sul bilancio: «Mini-società subito in vendita»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 21 Luglio 2017, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 07:52

Sono da poco passate le 10 di mattina quando il M5S può tirare un sospiro di sollievo: i revisori dei conti del Campidoglio stavolta non hanno bocciato l'assestamento di bilancio, come accadde per la manovra previsionale a fine dicembre. Ma le buone notizie finiscono qui. L'organismo di revisione economico finanziaria, presieduto da Federica Tiezzi, dando il proprio «parere favorevole» all'operazione, mette nero su bianco una sfilza di 20 criticità che gravano sul documento varato dalla giunta Raggi, che ora potrà essere messo ai voti in Assemblea capitolina. Di più: i revisori avvertono che se le falle evidenziate non verranno superate in tempi brevi, sarà necessaria un'altra manovra per «riequilibrare» i conti di Roma Capitale. I grillini non la prendono benissimo e il presidente della commissione Bilancio, Marco Terranova, si lascia andare a un moto di stizza verso gli esperti contabili: «L'Oref non può esprimere pareri di carattere politico», è lo sfogo raccolto dai cronisti in Aula Giulio Cesare.

I DEBITI
In realtà le considerazioni dei revisori sono estremamente dettagliate. Si parla di «squilibri nelle società partecipate», di anomalie nei «punti verde qualità», della mole di contenziosi che grava sull'amministrazione. Tutte voci «che rendono precario il mantenimento dell'equilibrio di bilancio». Servono poi «interventi forti» per la riscossione di tributi e sanzioni: oggi appena «il 15% delle multe» viene incassato. Vengono sollevati dubbi anche sulla riforma del salario accessorio ed emergono zone d'ombra sui «continui stanziamenti al fondo delle passività potenziali per i debiti fuori bilancio».

LE SOCIETÀ
Ad allarmare è soprattutto la situazione delle piccole municipalizzate di proprietà del Comune. Società che in teoria, a leggere il piano di rientro concordato con il governo nel 2014, avrebbero dovuto essere dismesse. Nei fatti, però, restano in mano a Roma Capitale, anche se hanno i conti in rosso da anni. Anche il rispetto del piano di recupero, scrive l'Oref, «nel 2016 non è ancora stato certificato». La mancata approvazione dei bilanci da parte di alcune società partecipate, poi, «determina ulteriore incertezza negli equilibri di bilancio di Roma». A questo punto secondo i revisori è «necessaria l'adozione di determinate politiche di austerità e riorganizzazione dei servizi, che in questo particolare momento disinneschino le tensioni sociali sulle voci di riorganizzazione dei servizi pubblici locali». Secondo i revisori, non è più rinviabile «la dismissione delle partecipazioni societarie che non perseguano gli obiettivi istituzionali dell'Ente».

Ecco perché pur dando parere favorevole alla manovra, che vale 132 milioni di euro, l'Oref non può far altro che sottolineare anche i pericoli che corre il Campidoglio. Perché «al concretizzarsi delle criticità sopra evidenziate, sarà necessaria una nuova manovra di riequilibrio».

GLI EMENDAMENTI
La maratona d'aula per approvare la manovra intanto riparte oggi, dalle 10 alle 18. Parlerà di nuovo l'assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, e si dovrebbe iniziare a capire quanti saranno gli emendamenti (il termine ultimo per la presentazione scade alle 15). Tra le modifiche allo studio, maggioranza e opposizione stanno lavorando per stanziare una somma tra i 600 mila euro e 1 milione per la bonifica e la rigenerazione della pineta di Castel Fusano, appena devastata dagli incendi. L'obiettivo della maggioranza è arrivare all'approvazione della manovra entro il termine di legge del 31 luglio. La minoranza però protesta. Fdi sostiene di avere «ricevuto dai grillini una proposta ignobile, secondo cui la maggioranza sarebbe pronta a concedere alle opposizioni l'approvazione di qualche emendamento in cambio di un atteggiamento più morbido». Mentre per il Pd, con la capogruppo Michela Di Biase, «la sindaca prima di chiedere i fondi al governo, dovrebbe fare bene i compiti, quindi il suo bilancio».
 
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