Bertolaso divide la destra. Nel Pd è lite sui minisindaci

Bertolaso divide la destra. Nel Pd è lite sui minisindaci
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Domenica 14 Febbraio 2016, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 07:50

VERSO LE ELEZIONI
Se nel centrosinistra (senza Sel) ci sono sei candidati in corsa per le primarie, nell'altra parte del campo, la scelta di Guido Bertolaso è riuscita a spaccare il centrodestra in due. Anzi in tre. Contro l'ex capo della Protezione civile (impalmato da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia dopo «tarantelle» varie) si scagliano con una certa forza gli ex Ncd del senatore Andrea Augello, i riformisti conservatori di Raffaele Fitto e la Destra di Francesco Storace. I primi due, grandi sponsor del civico Alfio Marchini, ritengono la scelta di Bertolaso un errore strategico e chiedono le primarie. L'ex presidente della Regione, già in campo come candidato sindaco, bacchetta il metodo e vuole la conta. Tutti però spiegano: «Così facciamo solo un regalo a Renzi o al M5S». Ergo: il centrodestra non andrà al ballottaggio. Il dado è tratto? Teoricamente sì. Anche se, dietro le quinte, c'è chi lavora (e spera) in un finale a sorpresa. «Quando usciranno i primi sondaggi a marzo su Bertolaso e quando si scoprirà che rischia di prendere meno di Marchini forse scatterà una riflessione seria nella testa di Berlusconi», spiegano dal fronte anti-Bertolaso. Che è riuscito a mettersi contro un bel po' di fuoco amico. Gianni Alemanno, ex sindaco già vicino a Fratelli d'Italia, attacca: «Guido? E' una scelta sbagliata nel metodo e nel merito». Raffaele Fitto, che ieri ha partecipato a un'iniziativa alla Garbatella con Marchini, è un conoscitore del mondo berlusconiano: «Dopo aver cambiato in una settimana diversi candidati ora ne scelgono uno senza parlare di programmi ma con il solo obiettivo di chiudersi in una stanza e di evitare che ci possa essere l'opportunità di vincere questa campagna elettorale».
LE POSIZIONI
Ecco, il tema sullo sfondo è un po' questo. Tanto che Francesco Storace, polemista nato, la butta giù così: «Il centrodestra di vent'anni fa ha scelto il terzo nei sondaggi mentre una volta sceglievano i primi. Bertolaso lo farà per vanagloria: lo avranno convinto che farà il sindaco. È ancora vivo il Patto del Nazareno, vogliono fare un favore a Renzi e ci va di mezzo Roma». Le difese di ufficio a Bertolaso, arrivano dai falchi di Milano (anzi dalla pitonessa Santanché) ma anche dai generali della Meloni, come Fabio Rampelli: «Bisognerebbe tentare di essere meno asimmetrici e strabici visto che è stata fatta un'intera campagna elettorale per De Luca con una condanna sul groppone, una Regione che è rimasta in balia degli eventi per tanto tempo». E quindi alla domanda peseranno i processi dell'ex capo della Protezione civile? La risposta di FdI è semplice: «Non sono rilevanti». E sul nome di Bertolaso si dilettano in fuoco incrociato sia i grillini sia il Pd. Dice il deputato pentastellato Alessandro Di Battista: «È il candidato tutto giannilettiano della curia anti-Francesco. Quella curia romana simbolo di corruzione interiore che temendo di perdere in Vaticano si gioca la partita della vita in Campidoglio». Più sarcastico Luca Lotti, braccio ambidestro del premier Matteo Renzi: «Che dire? In bocca al lupo ai romani».
L'ALTRO FRONTE
Davanti a questa cagnara per un giorno il Pd sembra un posto quasi tranquillo. I candidati delle primarie provano a pensare alla città. Roberto Morassut: «La priorità assoluta sarà il prolungamento della Metro C fino al Colosseo, i miei primi 100 giorni saranno contro l'abusivismo». Roberto Giachetti lancia la campagna di raccolta fondi: «Vorrei solo finanziamenti dei cittadini». E anche gli altri candidati sono in movimento. Rossi vuole il confronto con tutti; Pedica promette liste senza ex consiglieri. La vera partita però si sta giocando nei municipi. La linea generale è scongiurare le primarie per i mini sindaci e arrivare ad accordi a tavolino. Per il VI, quello del ribelle Scipioni, Orfini ha pensato all'ex consigliere renziano Dario Nanni. Per il VII e l'VIII, quelli di Sel, si stanno muovendo l'ex consigliere regionale Enzo Foschi e ci sono liti tra correnti per l'altro. C'è però da trovare il sostituto di Mancinelli nel XIII e di Gerace nel II. I giochi non sono chiusi. Soprattutto perché sullo sfondo rimangono i rapporti a dir poco tesi con Sel. Paolo Cento, il coordinatore cittadino, rilancia: «Se il Pd tiene alla nostra alleanza rinunci alle primarie». E non intende quelle dei municipi...
Simone Canettieri
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