Atac, scontro sulle nomine: Rettighieri pronto a lasciare

Atac, scontro sulle nomine: Rettighieri pronto a lasciare
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 30 Agosto 2016, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 00:49


La tensione Campidoglio-Atac è altissima. Marco Rettighieri, direttore generale, e Armando Brandolese, amministratore unico, sono a un passo dalle dimissioni. Tanto che già circolano i nomi dei possibili sostituti. Lo scontro ruota attorno a due capisaldi: nomine e fondi. E parte da due richieste, anticipate dal Messaggero nei giorni scorsi, avanzate dall'ufficio dell'assessore ai Trasporti, Linda Meleo. La prima riguarda tutti gli incarichi all'interno di Atac. In sostanza il Campidoglio, puntando sul suo ruolo di «azionista unico», ha chiesto ai vertici della municipalizzata di conoscere in anticipo tutte le decisioni che coinvolgono i dirigenti: avvicendamenti, promozioni, retrocessioni. Il Campidoglio parla di una «visione preventiva della macrostruttura», nel pieno «rispetto» delle prerogative del Comune, mentre per i vertici di Atac si tratterebbe di un vero e proprio «commissariamento», difficile da giustificare anche dal punto di vista legale.

PARTITA POLITICA
Non è solo una questione formale, ovviamente. È una partita tutta politica per la gestione di la più grande azienda del Tpl d'Italia, un colosso da 12mila dipendenti. Rettighieri, ex general manager di Expo, è stato nominato dall'ex commissario Francesco Paolo Tronca, dopo avere vinto una selezione pubblica. Lo stesso prefetto ha incaricato Brandolese, anche lui reduce dall'Esposizione meneghina. Con i vertici di Atac, la nuova giunta grillina non ha scelto lo scontro frontale. Anzi. Sia l'assessore Meleo sia il responsabile del Bilancio, Marcello Minenna, hanno più volte confermato pubblicamente la «fiducia» ai due manager. Al contrario di quanto successo in Ama con l'ex presidente Daniele Fortini, silurato e già sostituito. Poi però sono cominciate le frizioni.
I primi dissidi, che si trascinano ancora oggi, riguardano i fondi per la manutenzione della metro A: una torta da 58 milioni di euro. Fondi stanziati dalla giunta Marino nel settembre 2015 e poi, inspiegabilmente, spariti. Tanto che i lavori, che avrebbero dovuto partire nel giugno scorso, sono iniziati solo pochi giorni fa. La giunta M5S ha sbloccato la prima tranche da 18 milioni il 12 agosto. «Avrebbe potuto farlo prima, nell'assestamento di bilancio approvato a fine luglio», dice qualcuno nel quartier generale dell'azienda in via Prenestina. Ma all'inizio il Comune ha tentato una difficile trattativa con le banche per rinegoziare il debito di Atac e trovare con questa operazione le risorse necessarie. Gli istituti di credito, considerato il debito monstre da 1,3 miliardi della società comunale, hanno risposto picche. E si è dovuta percorrere una strada alternativa, con la delibera del 12 agosto.
 
IL BONIFICO
Tutto risolto? In realtà no. Perché nel conto corrente di Atac, spiega una fonte dell'azienda, quei soldi ancora non sarebbero stati accreditati. Dal Comune ribattono che non ce n'è bisogno, perché «l'impegno di cassa» già c'è e quindi le ditte che si occupano dei cantieri verranno saldate a tempo debito. Fatto sta che i lavori, che stanno partendo molto lentamente, comporteranno dei ritardi. E la Raggi, lo ha detto domenica, vorrebbe che entro metà settembre, con la riapertura delle scuole, «i trasporti siano operativi al 95% del livello ottimale». Difficile, in queste condizioni, dato che i cantieri sono stati aperti oltre due mesi dopo rispetto a quanto programmato.

IL CARTEGGIO
Motivo per cui nelle ultime settimane, i contatti tra Meleo e Rettighieri procedono attraverso un carteggio dai toni non proprio amichevoli. L'ultima goccia potrebbe essere la questione del controllo delle nomine. Nel M5s c'è chi già pensa ai nuovi manager da arruolare. Nelle ultime ore circola insistentemente un nome: Pietro Spirito, ex direttore della Produzione della partecipata comunale, oggi impegnato come «program manager» nella riqualificazione di Bagnoli. Lui però smentisce un suo ritorno in Atac: «Mi sto ancora disintossicando da quella esperienza, ci scriverò un libro. Ma tornare lì, assolutamente no».
 

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