Roma, l'assessore Muraro e il contenzioso con Ama per una parcella da duecentomila euro

Roma, l'assessore Muraro e il contenzioso con Ama per una parcella da duecentomila euro
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 30 Luglio 2016, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 09:30
Per capire come Paola Muraro, classe 1964, da Adria (provincia di Rovigo), sia riuscita a scalare le gerarchie del Movimento Cinque stelle romano, bisogna partire dal suo rapporto, strettissimo, con Stefano Vignaroli, deputato, compagno di Paola Taverna, appena entrato nel Direttorio pentastellato che affianca la sindaca Raggi. Questa «esperta di scienze agrarie che si è sempre occupata di rifiuti», come l'ha descritta la prima cittadina al momento della nomina, incontra il parlamentare tra il 2013 e il 2014. Il tramite (involontario) è la senatrice dem Laura Puppato, che aveva conosciuto in altre esperienze amministrative. Scatta il feeling, proprio mentre esplode l'inchiesta su Mafia Capitale che getta un'ombra sui vecchi vertici di Ama. In poco tempo, raccontano alcuni esponenti Cinque stelle, diventa la consigliera di Vignaroli sull'Ambiente. L'esperta. Fino a riuscire ad imporsi nella squadra di Virginia. Nonostante qualche pregresso nel suo curriculum mal si concili con certi umori della base grillina. A partire dall'accusa di essere «filo-inceneritori».

Si racconta poi che la sua stanza, in Ama, fosse all'interno dell'ufficio di Giovanni Fiscon, potente direttore generale al vertice della partecipata insieme a Franco Panzironi, braccio destro di Alemanno. Tutti e due coinvolti in Mafia Capitale.

L'UFFICIO ACCANTO A FISCON
Nella municipalizzata romana, la Muraro, sposata con un carabiniere del Noe (c'è chi ricorda un pranzo al circolo ufficiali proprio con Fiscon e l'ex commissario ai rifiuti Goffredo Sottile, ora indagato) arriva nel 2004. E ci resterà fino al giugno 2016. Molto più influente, e temuta, di una consulente qualsiasi. Negli ultimi due anni, però, la sua sfera d'influenza si era molto rimpicciolita. Perché l'attuale presidente, Daniele Fortini, nominato da Marino insieme all'ex diggì Alessandro Filippi, silurato a marzo, già dal 2015 aveva deciso di affiancarle un altro controllore esterno, nel suo ruolo di supervisore sugli impianti Tmb. Ruolo chiave, quello della Muraro, anche se molto tecnico, all'apparenza. Perché era lei a stabilire, per conto di Ama, se la frazione prodotta dagli impianti dovesse considerarsi «D 19.05.01» oppure «R 19.05.03». Qual'è la differenza? Nel primo caso si pagano le tasse. Nel secondo no.

 

LA RICHIESTA PRIMA DEL VOTO
Proprio intorno alla «Fos» (Frazione organica stabilizzata), con Ama ha ingaggiato una battaglia legale, con tempistiche peraltro controverse. La storia è nota: da consulente di Ama, insieme a un team di ricercatori ex Iri, scoprì come trasformare la Fos, insieme alla pozzolana, in «eco-asfalto». Scoperta del 2011. Solo nel 2013 però, a poche settimane dalla scadenza del Cda, chiede all'azienda un riconoscimento economico. Quanto? «200mila euro». L'Ama gliene aveva offerti 30mila, anche se non risulterebbe nessuna lettera del Cda per quell'incarico. Ma è la data in cui l'importo viene quantificato a essere singolare. La lettera è del 27 maggio 2016, appena una settimana prima delle elezioni.

Lei, anche ieri, ha detto di avere sempre fatto gli interessi dell'azienda. «Sto dalla parte giusta. Ho pure fatto vincere ad Ama l'arbitrato da 900 milioni contro Colari». Anche se, nella partecipata, viene fornita un'altra versione: «Ha partecipato a tre riunioni. Quella partita è stata vinta grazie a Fortini e Filippi». E, dice un dirigente, anche grazie agli avvocati ingaggiati al posto di Damiano Lipani. Il legale che, appena Fiscon venne nominato diggì, chiamava Panzironi per complimentarsi: «Sei proprio un regista!».