Roma, anche Ama senza guida, lascia Solidoro

Roma, anche Ama senza guida, lascia Solidoro
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 2 Settembre 2016, 09:27

È durata meno di un mese l'avventura di Alessandro Solidoro al timone dell'Ama. Il presidente dei commercialisti milanesi, nominato amministratore unico il 4 agosto, dopo le dimissioni di Daniele Fortini, non ha aspettato un minuto per telefonare alla sindaca e comunicare le sue dimissioni, appena saputo del passo indietro di Marcello Minenna. È lui l'ultima tessera che cade, nel domino innescato dalla decisione della prima cittadina di revocare l'incarico alla capo di gabinetto Carla Raineri. Perché se Minenna era legato a doppio filo al magistrato della Corte d'Appello di Milano, l'incarico di Solidoro era di diretta emanazione «minenniana». Il profilo jolly tirato fuori dal titolare del Bilancio, che aveva anche la delega alle Partecipate, dopo la burrascosa fine della gestione Fortini, con le accuse all'assessore Paola Muraro.
 
IL DIRETTORE GENERALE
Resta in bilico la posizione del direttore generale di Ama, Stefano Bina, incaricato subito dopo ferragosto. Ma nel suo caso, spiegano tra i Cinque stelle, va considerata la conoscenza con l'assessore all'Ambiente. Fino a che la Muraro resterà in carica, dovrebbe restare al suo posto con l'obiettivo di partecipare al bando che, fra tre mesi, dovrà selezionare il nuovo diggì.
Proprio la responsabile dell'Ambiente ieri si è attivata per convincere Solidoro a restare. Un «pressing» che ha coinvolto anche la sindaca Raggi. Solidoro (nella foto a destra) ieri sera è stato convocato in tutta fretta in Campidoglio. A chi lo ha sentito, ha confidato di essere andato a Palazzo Senatorio solo per «cortesia istituzionale».

LA TELEFONATA
Troppo saldo il legame con Minenna. Non a caso lo ha chiamato, appena saputo che l'assessore al Bilancio lasciava la giunta Raggi. «Grazie per l'opportunità, ma non ci sono più le condizioni per l'incarico che mi è stato affidato», ha spiegato alla sindaca subito dopo. E lo stesso messaggio è stato trascritto, con un linguaggio più istituzionale, nella nota diffusa da Ama alle agenzie stampa: «A seguito delle dimissioni dell'Assessore al Bilancio, dottor Marcello Minenna, l'amministratore unico ha ritenuto venute meno le condizioni per proseguire».
Dopo la raffica di dimissioni, che hanno coinvolto anche i vertici di Atac, dallo staff della Raggi è partito il pressing per convincere almeno Solidoro a rimanere in carica. Con tanto di convocazione a Palazzo Senatorio, puntando anche sul rapporto positivo tra il manager e la Muraro che si è instaurato in queste prima settimane.
Ma di fatto oggi la municipalizzata romana dei rifiuti - 7.800 dipendenti, un bacino di utenza di 2,8 milioni di romani - resta (di nuovo) senza guida. In una fase, peraltro, delicatissima. Intanto perché ieri avrebbe dovuto essere approvata la riforma dei poteri interni. Con il cambio della «macrostruttura» dei dirigenti e di tutte le deleghe. Un'operazione congelata, almeno fino alla nomina del nuovo amministratore.

PORTA A PORTA
In sospeso anche la riorganizzazione della raccolta differenziata: il Comune ha intenzione di ridisegnare la mappa dei quartieri dove si applica il porta a porta. Ma senza un management pienamente operativo (amministratore dimissionario, diggì con un mandato solo temporaneo) l'operazione rischia di diventare ancora più complicata da mettere in pratica. Resta poi il nodo degli impianti. La Regione, a luglio, ha chiesto al Campidoglio di individuare geograficamente il luogo dove creare una nuova piccola discarica di servizio. L'assessorato all'Ambiente, aiutato dall'Ama, deve fare una scelta.
Insomma, se non ci saranno ripensamenti e Solidoro confermasse la sua uscita, i Cinquestelle dovranno trovare in fretta un nuovo sostituto. L'assemblea dei soci potrebbe essere convocata già entro metà settembre.