Allarme cani e gatti randagi: piano del Comune: veterinari in strada

Allarme cani e gatti randagi: piano del Comune: veterinari in strada
di Camilla Mozzetti
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Martedì 5 Giugno 2018, 08:30
Non è ancora emergenza ma potrebbe diventarlo: cani e gatti randagi che vagano per Roma e che rappresentano una minaccia per la salute pubblica poiché quasi sempre non sono vaccinati. E quindi trasmettono e diffondono nell'ordine: patologie, zecche e pulci. Il Campidoglio corre ai ripari e va alla ricerca di medici veterinari che possano aiutare l'amministrazione nella gestione e nella cura dei cani e gatti randagi che non sono affatto pochi. Pur in assenza di un censimento aggiornato, tra il 2015 e il 2016 le varie Asl contarono, ad esempio, un aumento nelle colonie feline di 15 mila unità. Il dato ha fatto sobbalzare l'amministrazione comunale: «Ma davvero ci sono tutti questi gatti a Roma?» I detrattori potrebbero obiettare: «visti i topi non parrebbe» ma gli esemplari dati alla mano ci sono eccome. Latitano invece gli strumenti per governare il fenomeno dell'abbandono e della cura. Per capirci: gli accalappia-cani si vedono ormai solo nei cartoni animati e chi si prende cura dei gatti nelle tante colonie feline anche in pieno centro si limita a dar loro solo da mangiare. E per le infezioni? A palazzo Senatorio da mesi si ripete un unico motivo: «Bisogna correre ai ripari almeno sul fronte della prevenzione».
Dalle parole si è arrivati ai fatti: il dipartimento Ambiente ha redatto e protocollato un avviso di gara da 150 mila euro per rintracciare medici veterinari volenterosi di occuparsi per i prossimi 3 anni della salute degli animali abbandonati o di quelli che vivono in colonie o ancora in famiglie con redditi molto bassi; cani che accompagnano clochard o persone indigenti, animali che vivono in parchi e zone verdi e che vengono gestiti (ma solo sul fronte alimentare) da associazioni animaliste. Cosa andranno a fare i camici bianchi? Le mansioni sono diverse e per ognuna il dipartimento ha tirato giù un tariffario. Del resto quando si va da uno specialista, che non sia il medico di famiglia, si paga in base all'intervento e alla consulenza erogata.
LE MANSIONI
Partiamo dai compiti: per i cani e i gatti i veterinari, con almeno un quinquennio di attività alle spalle, dovranno in primis provvedere alla sterilizzazione. Il termine scientifico è oriectomia per cani e gatti maschi e ovarioisterectonia per le rispettive specie femminili. Per queste mansioni ci saranno dei compensi diversi: la sterilizzazione delle cagne prevede un rimborso di 100,23 euro che scende a 49,66 per i maschi, mentre per i felini lo stesso intervento ammonta a 62,55 euro per le gatte e a 32,27 euro per i gatti. Vien da sé che i veterinari intenzionati a partecipare, dovranno effettuare le operazioni nelle proprie strutture e che dunque il Campidoglio non metterà a disposizione né spazi né strumenti ma la categoria almeno alcuni medici specialisti e molti cittadini concordano nel giudizio: «È un atto di civiltà per il benessere di Roma». A questi compiti segue poi la certificazione e l'inserimento di microchip in gatti e cani con conseguente registrazione nell'Anagrafe regionale degli animali. E questo è il secondo aspetto oltre al contenimento delle infezioni molto caro al Comune poiché permetterà con il passare degli anni di capire davvero quanti sono gli animali cosiddetti d'affezione che vivono in città e che rientrano a vario titolo nel fenomeno del randagismo. Ma non finisce qui.
ANALISI E CONTROLLI
Nell'avviso di gara, firmato dalla direttrice del dipartimento Ambiente, Rosalba Matassa, i veterinari dovranno anche compiere «analisi ematochimiche» ed effettuare, soprattutto nei gatti, i test per scongiurare il virus Fiv simile a un'immunodeficienza e la leucemia felina (Felv) con compensi da 30 a 35 euro a prestazione. Ancora: gli esemplari dovranno essere vaccinati. Resta solo da capire se i medici dovranno anche andare alla caccia degli animali o aspetteranno che qualcuno li porti da loro.
 
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