Scandalo affitti, sedi di partito a prezzi stracciati e morose

Scandalo affitti, sedi di partito a prezzi stracciati e morose
di Simone Canettieri
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 23:55 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 08:14

Sorpresa. Nella Capitale c’è un filo che unisce la sinistra di Sel alla destra di Fratelli d’Italia. Sì, Nichi Vendola a Giorgia Meloni si trovano quasi sotto lo stesso tetto. Basta farsi due passi in via delle Terme di Traiano, alle spalle di Colle Oppio, praticamente in bocca al Colosseo. Proprio qui si trovano due sedi vicine (quella di FdI tecnicamente risulta agli uffici comunali come «terreno») e con l’identico canone stracciato: 12.91 euro al mese. Nessuna discriminazione, è da sempre così: tariffa uguale per rossi e neri. Meno di una pizza e una birra, e passa la paura.

Quando il sindaco Ignazio Marino decise di mettere le mani ai metri quadrati dati a prezzi irrisori a partiti e associazioni laiche e religiose, il consiglio comunale dopo un po’ di melina gridò allo scandalo. E anche qui in maniera bipartisan si sollevarono urla di sdegno: «L’agibilità politica va garantita. Ne parleremo un’altra volta». Tanto che alla fine, scomparve dalla lista da ritoccare all’insù tutto ciò che non fosse case e locali commerciali di proprietà di «mamma Roma». Ovviamente nel frattempo, come si sa, sono rimaste sempre con prezzi mai aggiornati, stessa sorte appunto capitata ai partiti. Gli stessi che adesso, in campagna elettorale, sono pronti a dire: «Basta favoritismi». Una febbre, va detto, che coinvolge tutti. A partire dal Pd.

 

GLI SCONTI AI DEM Emblematico il caso della storica sede di via dei Giubbonari, quella frequentata, tra gli altri, anche da Ettore Scola. Un’antica sezione del Pci, ex casa del Fascio, che nel corso delle mutazioni del partitone, tra la Bolognina e Renzi, ha conservato comunque una caratteristica: la morosità. Il Comune reclama la modica cifra di 170 mila euro di arretrati. Si dirà: magari i dem avranno pagato fior di quattrini per occupare 60 metri quadrati alla spalle di Campo de’ Fiori? Sbagliato: anche qui prezzi popolari, appena 102 euro al mese. All’inizio si partì da 320 lire nel dopoguerra per arrivare a 12.000 lire negli anni ’80. Un vizietto, per il Pd romano, molto frequente. Al punto che il commissario Matteo Orfini nella riforma dei circoli ha deciso di chiudere non sono quelli «cattivi e dannosi» di Mafia Capitale ma visto che c’era ha potato anche i circoli abituati a non sganciare i dané. Un dato: i debiti nei confronti di enti pubblici (Comune e Ater, quindi Regione) si aggirano intorno a 1 milione di euro.

Altri casi simili si trovano all’Esquilino dove un’associazione che ospita un circolo del Pd paga 667 euro al mese. Mentre quella di Sel circa 700, sempre nella stessa zona. Un salasso, per esempio, rispetto a quanto sborsa l’associazione il Segno vicino a Sel a Tor Tre Teste. Qui in via Aldo Balma le idee della sinistra trovano casa a 142 euro ogni 27 del mese. Discorsi come questi si trovano nelle sedi del Pd Celio-Monti ma anche in quelli di Villa Gordiani. Favori e concessioni ottenute negli anni grazie a giunte amiche, ma anche nemiche («per la consociativa pace sociale di Roma») da tutti i partiti.

LE MOSSE Una lista che tutti conoscono in Campidoglio e che periodicamente esce fuori con tanto di «ora basta» per finire poi comodamente nei cassetti del Comune. Lettera morta. E intanto i regali ai partiti, più o meno in forma, vanno avanti senza problemi: a Trastevere la falce e il martello di Rifondazione trova ospitalità in immobili comunali per due spicci. E il compagno segretario tutte le volte che lo vanno a intervistare apre le braccia: «Ma se il contratto del Comune è così io che ci posso fare?».

IL BLUFF La cosa bella e quasi comica è che quando infuriò l’ultimo scandalo affittopoli e Marino decise di infilarci il suo bisturi uscì fuori la classica nota a margine. Fu il consigliere della Lista Marchini Alessandro Onorato ad alzare il dito e a dire «che in via dei Volsci a San Lorenzo, c’è anche la sede della onlus Imagine, quella del sindaco che paga 162 euro mese» per una concessione spuntata fuori nel 2005. E così anche la battaglia perse punti di vista importanti, andando a finire nel più classico dei pasticciacci romani: Marino annunciò che se ne sarebbe andato, e che intanto si era dimesso dalla Onlus, ma la figura un po’ così rimase, fatta da chi voleva riformare rimase. E intanto è andata avanti la battaglia politica a colpi di mattonate tra i partiti sempre attenti però a non aumentarsi mai il canone a vicenda. Per non parlare poi delle concessioni date alle associazioni religiose.

Via dei Bresciani, stradina a pochi metri da Campo de’ Fiori. Ai civici numero 1 e 2 c’è un palazzo di tre piani. E’ abbastanza spazioso: 872 metri quadri affittato a un’associazione religiosa. Che giustamente non si pone tante domande. Si chiama I silenziosi operai della croce. A quanto ammonta il loro affitto? Ben 6 euro al mese. Problema che non si pone per il Vicariato di Roma: 84 metri all’ultimo piano in via Cialdini sono dati a titolo gratuito dal Comune. Adesso tutta la partita è in mano all’ex prefetto di Milano. Riuscirà Tronca a stroncare il vizietto bipartisan delle sedi regalate , praticamente, ai partiti? Il tempo scorre e a giugno ci sono le elezioni. Il rischio della classica restaurazione (amministrativa e non immobiliare) è dietro l’angolo.  

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