Roma, caso Tredicine, M5S processa l'assessore Meloni. Grana sicurezza: Befana a rischio

Roma, caso Tredicine, M5S processa l'assessore Meloni. Grana sicurezza: Befana a rischio
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Domenica 3 Dicembre 2017, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 08:33

Lo scenario è un po' quello che dipinse Giorgione nella Tempesta: su palazzo Senatorio aleggiano ancora nuvole scure e lampi. Quello che è accaduto pochi giorni fa, con l'assessore alle Attività produttive, Adriano Meloni, pronto a denunciare via Whatsapp a Il Messaggero un comportamento discutibile sulla gestione della Festa della Befana da parte del presidente della commissione Commercio Andrea Coia, soprannominato per l'occasione «Coidicine», si sintetizza in quest'immagine. La bufera è tutt'altro che archiviata. Domani durante la tradizionale riunione di maggioranza delle 18 si tornerà sull'argomento. «Meloni sarà invitato a partecipare confida un consigliere sia per rispondere sulla fondatezza delle accuse che sull'asprezza delle dichiarazioni». Sempre che l'assessore, però, accetti questo invito. Ieri il responsabile dello Sviluppo era a casa, a Milano, così come Davide Casaleggio, amico di vecchia data consultato anche in queste ore, prima che il fondatore di Rousseau parta per il Brasile.

L'ACCUSA
Ma è a Roma che per Meloni potrebbe essere imbastito una sorta di processo interno. Anche perché il problema è duplice, prima c'è stato l'affondo personale: Coia sta per «Coidicine», appellativo coniato unendo il suo cognome a quello della famiglia Tredicine. Una scelta non di sola fonetica. Poi l'accusa su un possibile accordo preso sottobanco con gli ambulanti: «Visto l'esito del provvedimento (ovvero la graduatoria per i posteggi commerciali della Festa della Befana ndr) è lecito pensare» la riflessione di Meloni a un'intesa tra Coia e la nota famiglia di ambulanti. Il presidente della commissione Commercio definito come «quello che ha fatto più danni alla giunta Raggi che qualsiasi altro consigliere» è andato su tutte le furie. Con lui anche la sindaca e buona parte della maggioranza grillina. Le scuse indotte a Meloni e pubblicate su Facebook sono servite a poco. Ieri il presidente della commissione Commercio, sempre via social, scriveva: «Ciò che ho letto è falso, grave e insopportabile sia per quanto riguarda la mia persona che per tutto il Movimento 5 Stelle. Darò mandato al mio avvocato di valutare se e contro chi sporgere querela». Insomma, domani la questione diventerà collegiale e sul banco degli imputati dovrebbe salire colui che da assessore tecnico ha messo in discussione la trasparenza politica e morale dell'amministrazione cinquestelle in Campidoglio. In molti lo vorrebbero già fuori anche se c'è chi sempre tra i consiglieri replica: «Non si può congedare solo per quello che ha detto, altrimenti ce ne saremo dovuti andare via tutti». In più Meloni, già sotto la mira di molti per le sue poche presenze in giunta, è una figura che potrebbe giocare un ruolo importante se la sindaca andasse a processo per la nomina di Renato Marra a direttore del dipartimento Turismo. Il motivo? La testimonianza dell'assessore potrebbe giovare alla difesa della Raggi.
LA FESTA
Intanto resta ancora più complessa la vicenda della Festa. La rassegna dovrebbe partire l'8 dicembre, sempre che gli ambulanti trovino un accordo con il Comune in merito all'attuazione e alla copertura dei costi del piano di sicurezza. Il Campidoglio, dopo una prima apertura, ha rispettato il bando chiedendo agli operatori di farsi carico di una spesa di 450 mila euro più Iva a cui si aggiungono 100 mila euro per l'allestimento del presepe. Cifra che viene definita «inaccettabile». Ieri gli operatori si sono incontrati per capire se possono riuscire a elaborare loro un piano, rispettando le clausole del Comune, ma risparmiando sulla cifra da versare. Sono disposti a spendere non più di 2 mila euro ciascuno per questo capitolo. E domani dovranno comunicare la decisione all'amministrazione. Un gruppo di ambulanti è fortemente propenso a lasciar perdere e a dire addio alla Festa che rischia dunque di non vedere, neanche per quest'anno, l'inizio.
Camilla Mozzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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