Roma, ucciso da un bus, lacrime e fiori bianchi ai funerali di Alessandro

Roma, ucciso da un bus, lacrime e fiori bianchi ai funerali di Alessandro
di Raffaella Troili
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Mercoledì 4 Marzo 2015, 15:21 - Ultimo aggiornamento: 16:24

Stavolta non si piange un ragazzo morto, purtroppo, dopo una notte folle e la macchina lanciata ad alta velocità.

Oggi si tratta di un giovane che ha tentato di prendere un autobus nel cuore del cuore di Roma, dopo aver passato una tranquilla serata tra amici, per cercare di tornarsene in quella periferia che oggi lo piange.

Ci sono tanti giovani che hanno il suo viso, tanti Disa, Alessandro Di Santo, nella chiesa di Santa Maria Addolorata al Collatino.

Spauriti, smarriti, buono come era lui, il ventenne morto venerdì notte investito da un autobus della linea N4. Portano un fiore e piangono di rabbia e disperazione, è una cerimonia pacata, le parole del sacerdote parlano di speranza, sono rivolti alle tante mamme che soffrono, ma anche di chiedono che «le strade, le piazze possano essere luoghi di convivenza, di incontro, non luoghi di pericolo». La chiesa è piena di amici, ognuno porta una rosa intorno alla bara di legno chiaro mentre fuori c’è un autobus «non di linea», sul cui display compare la scritta luminosa «DISA», fornito dall'Atac, si spiega, «come gesto di attenzione verso i familiari e in particolare verso il padre della vittima, che è dipendente dell'azienda», per portare amici e parenti, concluse le esequie, al cimitero di Prima Porta per un ultimo saluto. «Alessandro non è nel nulla nell'abisso dove tutto si perde, è nelle mani di Dio - dice sull’altare il sacerdote - Alessandro non sei finito, ti consegnamo con sofferenza, ma con fiducia nelle mani di Dio». Alla fine i compagni e i professori leggono una lettera alla mamma Elisabetta, «Ale ha donato a tutti qualcosa col suo incredibile sorriso, la sua spensieratezza. Questi fiori Ale sono un modo per ricordare la tua vita candida e gentile. Per favore veglia su di noi».