Abusi e mazzette, si allarga l'inchiesta
Nuovi accertamenti sui vigili del centro

Abusi e mazzette, si allarga l'inchiesta Nuovi accertamenti sui vigili del centro
di Michela Allegri
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Mercoledì 3 Settembre 2014, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 12:06

Piazza Margana, a due passi dal Teatro di Marcello. Piazza Mattei, nel cuore del ghetto di Roma. Via della Reginella, proprio accanto al Portico d'Ottavia. Dagli atti dell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il vigile del I Gruppo Luciano Di Cosmo, emerge quella che potrebbe essere la mappa di altri illeciti compiuti dalle "mele marce" della Municipale. L’agente è finito in manette per tentata concussione per aver cercato di scucire 2.000 euro al proprietario di un immobile in ristrutturazione, lasciando intendere che, in caso di mancato pagamento, sarebbero volate sanzioni amministrative pesantissime.

Nel verbale di sequestro effettuato dai carabinieri di via In Selci, arrivati negli uffici della sezione edilizia della polizia locale, in via della Greca, su delega del pm Erminio Amelio, si legge che le pratiche finite sotto la lente degli inquirenti sono almeno una decina e non sono state tutte seguite dal vigile Di Cosmo.

Questo potrebbe significare che il funzionario indagato non fosse l'unico a non rispettare la legge. E, soprattutto, che le vittime di quello che appare un "sistema corrotto" siano davvero tante.

ALTRI CASI

D'altronde, le inchieste aperte in Procura per indagare sulla condotta sopra le righe dei caschi bianchi della Municipale sono diverse. E tutte hanno un filo conduttore: la richiesta di mazzette, ottenute spesso con minacce e ricatti. Perché quella dei vigili che, forti della loro funzione, arrotondano lo stipendio taglieggiando cittadini e commercianti, è una storia già sentita mille volte per le strade della Capitale. I primi a denunciare vessazioni da parte di alcuni agenti furono i fratelli Bernabei, gli imprenditori di Trastevere che hanno spedito sul banco degli imputati quattro caschi bianchi con l'accusa di concussione. Era il giugno del 2011. Secondo l'accusa, in combutta con un geometra che realizzò ad arte un abuso edilizio nei locali in ristrutturazione dei Bernabei, i vigili pretesero soldi per chiudere un occhio. Pochi mesi fa, prima dell'arresto di Di Cosmo, c'è stato quello di un agente in pensione, finito in manette insieme ad un collega in servizio al IX gruppo per aver obbligato un commerciante a pagare una tangente, promettendo di aiutarlo a salvare il suo locale dopo verbale di sanzione elevato dalla Asl. Il gip aveva definito quell'ennesimo episodio di concussione «un fatto di ordinaria amministrazione, di cui vi sono repliche in quantità nella città». Poche righe dopo, il magistrato era arrivato a descrivere uno degli arrestati come un vero e proprio «protettore, l'equivalente del riscossore del pizzo nell'estremo meridione d'Italia».

VINCOLI FASULLI

E anche ora, nel caso di Di Cosmo, il giudice che ne ha convalidato il fermo ha sottolineato come la situazione non sia affatto isolata, aggiungendo poi che il vigile abbia optato per una classica «soluzione bonaria della vicenda»: chiedere denaro in cambio dell'esenzione da pesanti sanzioni amministrative che, nel caso di specie, non sarebbero nemmeno esistite. Il locale a piazza Margana, infatti, a detta del casco bianco, sarebbe stato sottoposto a vincolo della Soprintendenza delle Belle Arti e per questo motivo ogni modifica edilizia sarebbe stata irregolare. In realtà, secondo gli inquirenti, negli atti comunali di quel vincolo non ci sarebbe traccia. E, soprattutto, se davvero fossero esistiti illeciti, il vigile avrebbe dovuto denunciare e non ricattare. Si tratta di una tattica consolidata, per il gip: «Non denunciando l’abuso, il vigile da un lato può tenere sotto scacco la persona offesa, dall'altro lato può ottenere vantaggi».

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