Poggio Moiano accoglie i bimbi delle famiglie che arrivarono negli anni Novanta da Chernobyl

Poggio Moiano accoglie i bimbi delle famiglie che arrivarono negli anni Novanta da Chernobyl
di Raffaella Di Claudio
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Venerdì 25 Marzo 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 15:20

RIETI - «Le porte che si aprirono tra la fine degli anni ‘80 e gli inizi degli anni ‘90 per accogliere i bambini di Chernobyl, si sono nuovamente aperte oggi, per far fronte a un’altra emergenza». È forse questo l’aspetto che tocca maggiormente il vicesindaco di Poggio Moiano, Matteo Massimi, quando parla della prova di solidarietà della sua comunità. Nel Comune sabino, a oggi, sono stati accolti tre nuclei familiari ucraini: 12 persone, tra donne e bambini, cinque dei quali hanno già iniziato a frequentare la scuola elementare. 

I bimbi a scuola. «Abbiamo preferito non dare troppo clamore al loro primo giorno di scuola che è stato lunedì - spiega il vicesindaco - per permettere ai piccoli di iniziare il nuovo percorso nella massima serenità.

Hanno cominciato l’inserimento anche altri bambini presso la scuola dell’infanzia. Chiaramente, procederà in maniera graduale nel pieno rispetto dei loro tempi. Ci sono poi i ragazzi più grandi e per loro si sta lavorando per l’iscrizione agli istituti superiori». Finora l’accoglienza sta avvenendo in maniera spontanea, sulla base di rapporti di conoscenza dei cittadini di Poggio Moiano o degli ucraini residenti nel Comune (in tutto sei).

«Non posso che ringraziare i miei concittadini - prosegue l’amministratore - per la generosità che stanno dimostrando. Anche il nostro gruppo di protezione civile, sempre attivissimo, ha organizzato una raccolta di beni, una parte dei quali è confluita nel circuito della Croce rossa italiana e un’altra è stata destinata alle famiglie presenti sul territorio. Nel fine settimana - aggiunge Massimi - potrebbero arrivare nuove persone, ma essendo un canale connesso soprattutto a legami di tipo familiare, non abbiamo la capacità di prevederne con esattezza la portata. Ma, considerato che ci sono ucraini che risiedono a Poggio Moiano da molto tempo, non è escluso che possano esserci altri arrivi. Noi come Comune, in accordo con la Curia, abbiamo messo a disposizione delle persone che necessitano di ospitalità, una parte (8 posti) del romitorio della chiesa di San Martino, che normalmente è utilizzato dai pellegrini che viaggiano sul Cammino di Francesco».

Il precedente. Ma finora non ce n’è stato bisogno, perché Poggio Moiano, dove da più di 10 anni funziona con successo il servizio Sprar per richiedenti asilo, si conferma «un paese accogliente». Come avvenne alla fine degli anni ‘80, dopo che il 26 aprile 1986 a Chernobyl esplose un reattore della centrale nucleare. Come in molti posti d’Italia, a Poggio Moiano si svolgevano i soggiorni di risanamento per i bambini provenienti da Bielorussia e Ucraina, che hanno sempre mantenuto i contatti con le famiglie sabine. 

«Quello che mi ha colpito è la solidarietà che torna - confessa Massimi. - Una parte di queste famiglie vennero ospitate a Poggio Moiano tra il 1989 e il 1990, perché i bambini trascorrevano dei mesi nel nostro Comune per allontanarsi dalla zona della centrale. Sono rimasti in contatto per tutti questi anni e ora le famiglie che accolsero quei bambini più di 30 anni fa si sono messe ancora una volta a disposizione per fare fronte a una nuova emergenza. Nel dramma di questi giorni - conclude il vicesindaco - è sicuramente una bella storia di vicinanza e legami profondi».

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