Preparavano fuochi d'artificio in casa i tre ustionati di Torano: dopo 40 anni la storia è sempre la stessa nel paese del Cicolano

Preparavano fuochi d'artificio in casa i tre ustionati di Torano: dopo 40 anni la storia è sempre la stessa nel paese del Cicolano
di Massimo Cavoli
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Domenica 23 Luglio 2023, 00:10

RIETI - E’ stata un’esplosione, quella che ha ferito gravemente venerdì scorso un uomo e i suoi due figli di 32 e 25 anni - Franco di 59 anni, Anna di 32 e Claudio di 25 - ricoverati i maschi all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, mentre la ragazza si trova al Gemelli, conseguenza, secondo i primi accertamenti dei carabinieri, di un incidente avvenuto durante la preparazione casalinga di fuochi d’artificio, destinati a una sagra della zona, che ha richiamato alla mente una tragedia di ben altre dimensioni, legata all’allestimento di spettacoli pirotecnici e costata la vita a sei persone a Torano di Borgorose

Il precedente. Era l’agosto del 1983, quarant’anni fa, e il gruppo stava preparando gli spettacoli destinati a illuminare le notti delle feste in vari paesi del Reatino e del vicino Abruzzo, quando un boato enorme sulla collina che sovrasta l’abitato spazzò via la casamatta e ogni altra costruzione, provocando morte e distruzione. Le vittime erano componenti dello stesso gruppo familiare, da sempre impegnati nel lavoro di fuochisti, ma il dramma rivelò anche una consuetudine che l’ultimo episodio sembra voler avvalorare: la conservazione del materiale esplodente in luoghi abitati: una polveriera in grado di provocare con una semplice scintilla disastri più gravi. E a Torano, nei giorni immediatamente successivi alla morte delle sei persone, si scoprì che l’esplosivo per confezionare i fuochi veniva custodito un po’ dappertutto, dentro alcune auto, furgoni, negli scantinati e nei locali di alcune abitazioni, in un caso addirittura in camera da letto. 

Il paese come un arsenale. Sotto sequestro, nel corso di una serie di perquisizioni effettuate durante la notte dai carabinieri della compagnia di Cittaducale e dalla squadra mobile di Rieti, che avevano allestito posti di blocco lungo le vie di accesso alla frazione, finirono ben quaranta quintali di materiale composto da bengala, polvere di alluminio, polvere pirica, detonatori, e cinque persone, una delle quali bloccata mentre tentava di fuggire a bordo di una Fiat 128 imbottita di polvere pirica fin sotto i sedili, furono arrestate dalla procura per detenzione illegale di esplosivo.

Due Ford Transit stipati di esplodenti vennero intercettati nei pressi del campo sportivo di calcio, un terzo mezzo era stato nascosto sotto un cavalcavia dell’autostrada Roma-L’Aquila, e una Fiat 131 parcheggiata sotto l’abitazione di uno degli arrestati. 

Le giustificazioni. Tutti si giustificarono con il magistrato affermando di aver acquistato una gran quantità di botti per fare fronte alle continue richieste provenienti dai vari comitati di festeggiamenti. Pochi mesi prima, invece, nel corso di un’altra operazione, toccò alla Guardia di finanza rinvenire una grande quantità di materiale detenuto in violazione di ogni norma di sicurezza in un deposito della zona. Tutto l’esplosivo sequestrato fu poi fatto brillare dagli artificieri dei carabinieri con una serie di esplosioni proseguite per due giorni in un’area lontana dalla “collina della morte” di Torano

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