LA REGIA
La proprietà è dei padri del Don Minozzi, ma la regia dell’operazione è del vescovo Pompili: «Il protocollo che abbiamo firmato è un atto importante perché sancisce la condivisione di un progetto comune di recupero di un’area che è decisiva per la rinascita di Amatrice – dice a Il Messaggero – L’architetto Stefano Boeri e il suo pool sono già al lavoro per una lettura e una definizione complessiva dell’area, naturalmente su mandato dei padri del Don Minozzi. Poi ciascuno scenderà più nel dettaglio delle opere previste».
La «Casa del Futuro», il nucleo originario della proposta, è stata pensata dalla Diocesi per richiamare giovani ad Amatrice da tutto il Paese in ragione del superbo contesto ambientale. L’ispirazione è quella dell’Ecologia integrale cara a Papa Francesco, ma nella declinazione pratica c’è una collaborazione serrata con Carlo Petrini e tutto il mondo dello Slow Food. Molto importante è anche il Museo della Memoria, che servirà in prima battuta a riportare ad Amatrice tutte le opere d’arte messe in salvo e custodite altrove e nello stesso tempo a fissare quello che del paese che non c’è più va ricordato e custodito.
IL COMMISSARIO
Sull’operazione – sostenuta con favore dalla Regione – ha messo il suo sigillo la commissario per la Ricostruzione Paola De Micheli: «Questa intesa rappresenta il primo passo per avviare l’apertura dei cantieri. Aver messo intorno al tavolo tutti gli enti coinvolti e aver raggiunto l’accordo sulla procedura da utilizzare per il recupero strutturale del don Minozzi, ci consente di guadagnare tempo e iniziare con più speditezza i lavori». L’accordo di programma riconosce, infatti, il ripristino del complesso monumentale amatriciano, come «urgente, indifferibile e prioritario nell’ambito degli interventi di ricostruzione privata».
IL PROGETTO
L’istituto don Minozzi si è impegnato a predisporre il progetto di ricostruzione e recupero del complesso monumentale e a sottoporlo all’Ufficio speciale della ricostruzione del Lazio per la richiesta di contributo, con il coordinamento del Mibact, del Miur, della Regione Lazio e del Comune di Amatrice.
IL NODO IRRISOLTO
Non c’è invece ancora accordo su un’altra opera chiave della nuova Amatrice, l’ospedale. La minoranza non è riuscita a ottenere neppure la possibilità di discutere in consiglio il tema dell’ubicazione, che il sindaco Pirozzi vuole mantenere nella sede originale mentre tutti gli altri sindaci della valle vorrebbero spostare a Torrita d’Amatrice. E su questo non c’è intesa che tenga.
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