I giovani talenti degl istrumenti d'epoca si esibiscono all'auditorium Santa Scolastica: «Felici di stare a Rieti, è una città bella e molto viva»

I giovani talenti degl istrumenti d'epoca si esibiscono all'auditorium Santa Scolastica: «Felici di stare a Rieti, è una città bella e molto viva»
di Sabrina Vecchi
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Domenica 22 Ottobre 2023, 00:10

RIETIGiappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti d’America, Brasile e naturalmente Italia. In un mix di nazionalità, arrivati lunedì scorso a Rieti, dove resteranno almeno fino a domani. Parliamo dei ventisei giovani talentuosi musicisti della “Theresia Orchestra”. Una formazione di grande prestigio intitolata a Maria Teresa d’Austria, che riunisce ragazzi di età inferiore ai 28 anni, specializzati nella pratica esecutiva storicamente informata presso le principali istituzioni musicali europee. I giovani suonano strumenti d’epoca e sono in città per le prove de “L’inganno felice” di Giochino Rossini, una farsa che il compositore pesarese compose a soli 19 anni e che andrà in scena oggi, domenica 22 ottobre alle 18 all’Auditorium Santa Scolastica, nell’ambito del Reate Festival

Meraviglia. «Alcuni di noi erano già stati a Rieti, per molti altri è una prima volta, stiamo benissimo», dicono i musicisti, che alloggiano in un hotel del centro. Al mattino studio e tempo libero, il pomeriggio le prove, la sera passeggiate per la città e sperimentazioni culinarie: «Noi italiani conosciamo bene le nostre belle province e i loro prodotti, gli stranieri ne sono estasiati: proviamo ogni sera un ristorante nuovo, è una città bellissima, piena di voglia di vivere», dice Elia Biancucci, clarinettista toscano che si è avvicinato allo strumento tramite la banda musicale del suo paese, come tanti ragazzi. «Sono venuto anche l’anno scorso, con noi c’era l’olandese Hugo, ogni sera si metteva a osservare la bellezza delle montagne dai Giardini del Vignola, ci stava per ore». 
 

Giulia Manfredini è violinista, Claudia Pallaver suona il corno: «Naturalmente quello naturale, non quello moderno». L’approccio tra uno strumento antico e uno di nuova generazione non può che essere diverso: «L’emissione del suono è la stessa, ma cambiano molte cose, in primis il fatto che un corno naturale non ha i pistoni». Giulia spiega le evoluzioni del suo strumento attraverso le epoche: «L’archetto moderno ha una forma completamente diversa da quello dell’800. E poi le corde, che oggi sono di metallo più o meno pregiato, prima erano di budello. Cambia anche la postura del violinista, e più in generale per gli strumenti ad arco, la tecnica viene più facile sul violino moderno, ma il repertorio di oggi è più difficile». 
Elia cerca di spiegare il fascino di uno strumento d’epoca: «Durante i secoli il clarinetto è cambiato tantissimo, oggi ce ne sono di preziosi che permettono molti virtuosismi.

Ma sullo strumento antico è più facile la nota di colore: i compositori dell’epoca, come appunto Rossini, lo sapevano e sfruttavano al meglio questa caratteristica». 

Antico e moderno. Per la verità fa un po’ strano, vedere questi giovani e moderni ragazzi prendere in mano alternativamente uno smartphone di ultima generazione e uno strumento musicale ottocentesco: «Ovviamente sappiamo suonare anche quelli moderni, diversifichiamo in base alle esigenze. Ma la maggior parte di noi preferisce uno strumento antico». Motivo? «È meno tecnico ma dà più soddisfazione, regala sfumature. In sintesi, uno strumento antico è certamente imprevedibile. Ma più umano».

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