Il giallo di Silvia Cipriani, le contraddizioni di zio Leonino
Il video dell'intervista al fattore

Il giallo di Silvia Cipriani, le contraddizioni di zio Leonino Il video dell'intervista al fattore
di Emanuele Faraone
4 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Novembre 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 23:13

RIETI - Il “caso Cipriani” si arricchisce – se mai ce ne fosse bisogno – di ulteriori elementi che rendono ancora più complesso il rebus nelle mani della squadra Mobile di Rieti che sta stringendo sull’inchiesta. Una finestra aperta sul lato posteriore dell’abitazione di Valerio, a Cerchiara era aperta quando Valerio e zio Leo – dopo l’allarme lanciato da quest’ultimo – si recarono il 23 luglio all’interno della tenuta di Cerchiara.

Oltre al granaio, al garage e al cancello rimasti aperti così come anche il pollaio, emerge la novità di quella finestra al piano basso.

Un vano che sicuramente doveva essere chiuso e che invece, successivamente, viene ritrovato aperto. Elemento che fa inevitabilmente ipotizzare – seguendo la tesi di un’aggressione accidentale scaturita con dolo d’impeto – che qualcuno abbia potuto provare ad introdursi nella casa passando dalla finestra per portarsi all’interno dell’abitazione, magari ritenendo di trovare del denaro tra quelle mura per poi essere sorpreso casualmente dall’ex portalettere. 

Le ipotesi. Si rimane sempre nel campo delle ipotesi e delle supposizioni perché al momento di certezze – circa la dinamica e la conseguenzialità fattuale che ha portato prima alla scomparsa e poi alla morte della 77enne – ce ne sono davvero poche e, quelle poche, non sufficienti o rilevanti per poter procedere alla ricostruzione del puzzle. Nel pomeriggio di ieri “La vita in diretta” di Rai1, ha inoltre messo in luce un ulteriore dettaglio legato a zio Leonino. L’uomo - ex appartenente all’Arma dei carabinieri - aiutava Silvia in qualche lavoro più pesante e ad accudire gli animali domestici che possedeva ed alcuni giorni fa aveva riferito di non possedere le chiavi di quel cancello che per tre giorni (21, 22 e 23 luglio) vede aperto senza preoccuparsi né insospettirsi: «non gli ho dato peso a quella circostanza», aveva spiegato a chi gli aveva chiesto della specifica circostanza.

La contraddizione. Una dichiarazione in apparente contraddizione con quanto sarebbe emerso e cioè che lo zio Leonino avrebbe invece posseduto una copia di quelle chiavi che aprivano e chiudevano il cancello della proprietà. 

Video

Dettagli, particolari, tanti piccoli elementi che spesso vengono trascurati, non ritenuti importanti o non ricordati e per questo ora tutto rimane al vaglio degli inquirenti che, ad ampio raggio, indagano tra diverse possibili tesi investigative in cui non viene esclusa nessuna pista.

I prelievi del dna. Ma ora, sotto la lente, ci sono i prelievi del dna e il rilevamento delle impronte digitali allargato ad una platea di soggetti destinata, nei prossimi giorni, ad ampliarsi ed estendersi ad altre persone come i genitori di Tamara o il meccanico che a settembre si recò nei boschi di Scrocco di Montenero Sabino per recuperare il veicolo in panne del cercatore di funghi, Bruno Cingolani. 
Ora, in quel dna, potrebbe esserci davvero quello dell’assassino, della persona che potrebbe avere ucciso l’anziana così come potrebbe emergere un dna sconosciuto (una sorta di “ignoto1”) non riconducibile al cerchio familiare o alle abituali frequentazioni quotidiane di Silvia Cipriani. Per questo gli uomini della Mobile, coordinati dal dirigente Marco Stamegna di concerto con la polizia Scientifica, stanno organizzando la nuova calendarizzazione delle convocazioni in questura per proseguire con le operazioni relative ai rilevamenti dattiloscopici e del dna per avere un congruo parterre di profili genetici con cui poter iniziare questa difficile partita in cui tutto sembra giocarsi non più su sommarie informazioni testimoniali ma, piuttosto, su informazioni genetiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA