Rieti commemora i suoi tre giovani deceduti nel terremoto dell’Aquila

La stele in ricordo delle tre vittime reatine
di Giacomo Cavoli
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Venerdì 5 Aprile 2024, 00:10

RIETI - Quindici anni, a breve quasi venti. Ma per chi quella notte non può o forse non riesce a dimenticarla, il tempo della vita sembra essersi fermato al 6 aprile 2009, quando alle 3.32 del mattino un terremoto di magnitudo 5.9 della scala Richter devastò il territorio del Comune dell’Aquila e di altri 56 comuni limitrofi, uccidendo 309 persone e sottraendo a Rieti I giovani Luca Lunari, Valentina Orlandi e Michela Rossi.

Tragico risveglio. Dopo il sisma del 1997 in Umbria e quello del 2002 a San Giuliano di Puglia, l’Italia sembrava aver dimenticato il terrore del boato che, dal fondo della terra, in pochi secondi inghiotte vite e intere città.

La gelida notte aquilana della primavera 2009 fu invece l’improvviso risveglio della consapevolezza di abitare un territorio in buona parte sismico e l’inizio di un calvario che, sette anni dopo, avrebbe registrato il suo nuovo culmine ad Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, facendo pagare un prezzo di altre 294 vittime.

Le storie. A partire dalle prime luci dell’alba del 6 aprile, il senso comune fu però quello dello spaesamento e – sotto ogni aspetto - del vuoto sotto i piedi: Rieti si mobilitò per soccorrere L’Aquila, sperando e pregando per i suoi figli fino alle prime ore del mattino del 9 aprile quando, tre giorni dopo il sisma, anche il corpo di Luca Lunari fu recuperato dal fondo della “Casa dello Studente” di via XX Settembre, dove perirono in otto. 
Per il crollo dell’edificio nel quale perse la vita Lunari – 20 anni compiuti il 15 marzo, fresco di diploma al liceo Classico “Varrone”, studente al primo anno di ingegneria informatica e padre di una bambina, all’epoca, di neanche un anno - in Cassazione è stata confermata la condanna per omicidio colposo, a quattro anni ciascuno, a carico dei tre ingegneri impegnati nella ristrutturazione dell’edificio, e a due anni e sei mesi per l’architetto incaricato del collaudo.

Sogni cancellati. Insieme al futuro di Luca, il terremoto cancellò anche quello di Michela Rossi, 36enne ingegnere impiegata all’Alenia Space dell’Aquila, appassionata di podismo e subacquea e di Valentina Argenis Orlandi, studentessa 23enne di Scienze della Formazione che, al fine di poter coronare il suo sogno di insegnare ai bambini, aveva scelto l’indirizzo per divenire educatrice della prima infanzia.

La cerimonia. A ricordare le loro figure - nella consueta cerimonia che si terrà domani mattina alle 11, al parco “Vittime 6 aprile 2009” di viale Liberato di Benedetto intitolato a loro nel 2013 - saranno familiari ed amici, il sindaco Daniele Sinibaldi e le autorità civili e militari, dopo le commemorazioni succedutesi nel corso degli anni, a partire dai due ex sindaci Simone Petrangeli ed Antonio Cicchetti. L’elaborazione del lutto attenua il dolore, ma non cancella il ricordo: e L’Aquila resta sempre una cicatrice pronta a riaprirsi.

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