Le cure
Al Pronto soccorso la ragazza racconta di aver ricevuto subito le cure dal personale sanitario e non, solerte e discreto. «Sono stata tenuta in osservazione - afferma - con i medici in collegamento col Centro antiveleni di Pavia. Gli esami hanno poi attestato la presenza di una trombosi venosa profonda al polpaccio. Sono stata portata in Rianimazione, per la somministrazione di siero antivipera, trovando, anche lì, professionalità, gentilezza e vicinanza. Terminato positivamente il trattamento, sono stata trasferita nel reparto di Medicina per la degenza dove tutti si sono prodigati per farmi sentire a mio agio. Il giorno della mia dimissione - conclude Annalisa - e ci tengo a dirlo, sono stata felice per la fine di una vicenda incresciosa, ma serena nell’apprendere che, in Sabina, c’è ancora un punto di riferimento sanitario di prim’ordine, una eccellenza. Il trattamento riservatomi non è un’eccezione, ma la regola di un ospedale che si sforza di funzionare al meglio con le risorse che ha. Per questo ringrazio chi mi ha seguito costantemente e mi ha permesso di tornare alla vita».
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