Rieti, i rimpianti di Luca Urbani
per un europeo condizionato
dal maltempo

Luca Urbani
di Giacomo Cavoli
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Sabato 5 Agosto 2017, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 12:27

RIETI - Che da quelle parti la meteo non offrisse autostrade di cumuli, quote a 3000 metri dal suolo e voli di costone a velocità da minimi di Formula Uno, era già risaputo. Ma così come volare a Rieti - soprattutto in questi giorni - è la certezza della presenza di condizioni da favola, nei paesi dell'est Europa è la promessa del maltempo a farla da padrona. Certo è però che, stavolta, a Moravská Třebová, in Repubblica Ceca, alla 19esima edizione dei Campionati Europei, pioggia e vento abbiano davvero passato il limite, mentre le speranze azzurre di ottenere almeno un posto sul podio sono affondate insieme a sette giornate di volo gettate letteralmente al vento, sulle tredici disponibili.
 

LA GARA E I PROTAGONISTI

Resta così un'ottava avventura europea in sottotono per Luca Urbani, convocato dall'Aero Club d'Italia per partecipare alla spedizione continentale, chiudendo 24esimo a bordo di un Discus 2a e pagando il nervosismo delle giornate annullate dove, in classe Standard, un volo perlopiù di pianura non è esattamente la costante nelle esperienze della flotta azzurra, da sempre molto più avvezza al volo di costone garantito dai rilievi italiani. «Peggio di stavolta andò soltanto a Nitra, in Slovacchia, agli Europei del 2011, dove riuscimmo a volare soltanto tre giorni, e la gara fu quindi considerata nulla» ricorda amareggiato Urbani, mentre dall'aeroporto di Letiště torna in albergo durante l'ultima giornata disponibile di volo, andata persa anch'essa causa della pioggia, aspettando le premiazioni previste per oggi.
 

In Repubblica Ceca, la flotta azzurra aveva cominciato la sua avventura europea lo scorso 23 luglio, prima giornata di gara già subito annullata, seguita da altri cinque giorni alternati tra la speranza di un briefing iniziale e i decolli successivamente cancellati, o con l'immediata dichiarazione di "no task", giornata a terra fin dalle prime previsioni meteo. Poi, finalmente, sei giorni di gara che hanno reso valido l'appuntamento europeo, seppur fra percorsi brevi di neanche due ore e, naturalmente, aree task ovunque.
 

Senza podio è rimasto anche il resto della spedizione azzurra, composta da Davide Schiavotto in classe Club (13esimo su Std. Cirrus 11-75L) insieme a Riccardo Brigliadori, figlio di Leonardo (campione, a Rieti, negli Europei del 1982 e al Mondiale del 1985), 16esimo con un Std. Cirrus, Vittorio Squarciafico in classe Standard (27esimo su LS-8) insieme ad Urbani e Mauro Brunazzo in coppia con Silverio Dalla Rosa, 13esimi sul biposto Arcus T della classe 20 Metri.
 

«Eravamo coscienti che avremmo trovato condizioni meteo difficili - commenta Urbani - ma ciò che ci ha dato più fastidio era il riuscire a fare bene la maggior parte delle cose, salvo poi trovare un imprevisto che rovinava tutto il lavoro. Come, ad esempio, quella termica che ho passato a cercare quando ero quasi alla fine di un task, ma che non ho trovato, perdendo così molto tempo. E' inutile nasconderlo, il bilancio di questo Europeo è negativo».

Nelle sei giornate della seconda metà della gara, Urbani ha conquistato piazzamenti sempre poco dopo la ventesima posizione giornaliera, tranne il 31 luglio, grazie al 16esimo piazzamento di giornata (replicato il 2 agosto) seguito però, il primo giorno di agosto, dal suo fuoricampo e da quello di Squarciafico.
 

OTTO VOLTE IN EUROPA

Un ritorno dolceamaro alla classe Standard, per Urbani, dopo tanti anni trascorsi in classe Club soprattutto a Rieti, durante le edizioni di Coppa Internazionale del Mediterraneo: «La Standard fu il mio primo amore» ricordava il medico reatino, prima di partire alla volta della Repubblica Ceca.

Per Urbani, dopo l'esordio europeo a Rieti '82 (in 15 Metri) - che per il continente rappresentò la prima edizione assoluta - sono arrivate altre sei partecipazioni, tra Finlandia (1988, 15 Metri), di nuovo a Rieti nel 1994 (classe Libera, sua miglior prestazione in un Europeo grazie al settimo posto, e primo fra gli italiani della sua classe), nel 1998 in Polonia (Libera), nel 2002 in Ungheria (Libera), nel 2010 in Slovacchia (in classe World con gli alianti PW-5) e, nel 2015, a Rieti (14esimo nella classifica finale della classe Club, appena un posto dietro a Davide Schiavotto).

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