Hanno effettuato una perquisizione, al termine della quale, ritenendoli illegalmente detenuti, hanno prelevato e posto sotto sequestro numerosi reperti di età romana, la maggior parte dei quali sembrerebbe provenire dal sito archeologico di Cures. Contattato telefonicamente, Leggio, difeso dall’avvocato Vespaziani del Foro di Rieti, ha confermato l’accaduto, ma si è detto tranquillo.
LA DIFESA DI LEGGIO
«Da quanto so - dice lo storico farense - l’indagine, tutt’ora in corso, è partita da una denuncia anonima. In questi giorni ho avuto modo di tirare fuori le carte che attestano come la maggior parte delle opere siano state acquistate da mio nonno prima dell’entrata in vigore della legge del ’39 (sulla tutela delle cose di interesse artistico o storico, ndr). Si tratta di quelle più importanti, provenienti dal sito di Zara Madonna a Corese Terra, sistemate in giardino come si un tempo usava fare nelle ville di campagna e che, già negli anni ’40 e ’41, la Soprintendenza aveva visionato, senza poter eccepire nulla, alla luce dei certificati di regolare acquisto. Alcuni pezzi minori che erano in casa, invece, non so dove mio nonno, che all’epoca non immaginava di certo di dover renderne conto a qualcuno, li abbia presi. E se dovranno essere restituiti non avrò problema a farlo, visto che non ho alcuna aspirazione da collezionista. Quelli regolarmente acquistati invece immagino che dovranno essere riportati indietro. Sono comunque abbastanza tranquillo e spero che a breve si possa dimostrare la mia totale buona fede e la provenienza legittima delle opere trovate nella mia abitazione».
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