Rieti, "Scuole sicure":
i genitori bussano al Tar

Palazzo degli Studi
di Alessandra Lancia
2 Minuti di Lettura
Lunedì 26 Dicembre 2016, 19:29
RIETI - Scuole (non) sicure, i cittadini si tassano per ricorrere al Tar e chiedere la sospensiva delle ordinanze con cui a metà novembre il sindaco Simone Petrangeli ha disposto la riapertura dei licei cittadini. I genitori non mollano e dopo mesi di ping pong tra Comune e Provincia per invocare continuità scolastica, ma in edifici sicuri, passano alle vie legali. E dopo gli esposti alla Procura presentati da genitori, singoli e associati, battendo così la pista penale, ora si tenta la strada della giustizia amministrativa. «I presupposti ci sono tutti - spiega l'avvocato Corti de L'Aquila. - Dopo gli eventi sismici gli enti proprietari avevano il dovere di valutare che gli edifici fossero in sicurezza e fossero compatibili con l'uso scolastico. Ma, ad esempio, per Palazzo degli Studi non risulta che questo sia stato fatto e questo espone gli studenti a un rischio reale. Ed è inconcepibile che un'amministrazione non applichi, se non le leggi, almeno il principio di cautela e di normale buon senso».

LO SCENARIO
Nel merito, se il Tar accogliesse la sospensiva dell'ordinanza del 18 novembre con cui il sindaco, d'intesa con il presidente della Provincia, dispose la riapertura del liceo Pedagogico, si tornerebbe alla situazione immediatamente precedente, ossia alla chiusura temporanea. «A quel punto - dicono Tullio Ciogli e Pablo De Paola - il Comune sarà costretto a trovare una sistemazione sicura per gli studenti che poi era la richiesta che per settimane abbiamo sostenuto senza mai trovare realmente ascolto. Nessuno di noi voleva e vuole arrivare allo scontro. Sarebbe bastato che si fossero prese in considerazione le diverse nostre proposte per una sistemazione alternativa perché le soluzioni ci sono».
Il ricorso dovrebbe essere formalizzato ai primi di gennaio, il tempo di raccogliere le quote con cui i genitori pagheranno avvocato e spese legali; l'esito potrebbe arrivare nell'arco di poche settimane e l'avvocato si dice praticamente certo dell'accoglienza. A quel punto, però, si creerebbe un vulnus e non solo amministrativo: il gruppo di ricorrenti si sente già gli occhi (e il giudizio) addosso della città. Sarebbe paradossale che diano a noi genitori la colpa dell'eventuale chiusura delle scuole - giocano d'anticipo De Paola e Ciogli - la verità è che si è ancora in tempo a fare altre scelte, a cercare soluzioni vere al problema delle scuole non sicure. Ci sono aree urbanizzate dove si possono montare moduli prefabbricati in poco tempo e con poca spesa. Ma queste cose si programmano, anche insieme». Invece in questi mesi è stato un dialogo tra sordi, con i genitori più o meno sopportati più che realmente di supporto agli enti per trovare un punto di incontro e di condivisione. «E pensare che il commissario Vasco Errani, intervenendo in consiglio comunale, ha messo in cima alle priorità l'assoluta trasparenza delle amministrazioni verso la comunità...».
© RIPRODUZIONE RISERVATA