LO SCENARIO
Nel merito, se il Tar accogliesse la sospensiva dell'ordinanza del 18 novembre con cui il sindaco, d'intesa con il presidente della Provincia, dispose la riapertura del liceo Pedagogico, si tornerebbe alla situazione immediatamente precedente, ossia alla chiusura temporanea. «A quel punto - dicono Tullio Ciogli e Pablo De Paola - il Comune sarà costretto a trovare una sistemazione sicura per gli studenti che poi era la richiesta che per settimane abbiamo sostenuto senza mai trovare realmente ascolto. Nessuno di noi voleva e vuole arrivare allo scontro. Sarebbe bastato che si fossero prese in considerazione le diverse nostre proposte per una sistemazione alternativa perché le soluzioni ci sono».
Il ricorso dovrebbe essere formalizzato ai primi di gennaio, il tempo di raccogliere le quote con cui i genitori pagheranno avvocato e spese legali; l'esito potrebbe arrivare nell'arco di poche settimane e l'avvocato si dice praticamente certo dell'accoglienza. A quel punto, però, si creerebbe un vulnus e non solo amministrativo: il gruppo di ricorrenti si sente già gli occhi (e il giudizio) addosso della città. Sarebbe paradossale che diano a noi genitori la colpa dell'eventuale chiusura delle scuole - giocano d'anticipo De Paola e Ciogli - la verità è che si è ancora in tempo a fare altre scelte, a cercare soluzioni vere al problema delle scuole non sicure. Ci sono aree urbanizzate dove si possono montare moduli prefabbricati in poco tempo e con poca spesa. Ma queste cose si programmano, anche insieme». Invece in questi mesi è stato un dialogo tra sordi, con i genitori più o meno sopportati più che realmente di supporto agli enti per trovare un punto di incontro e di condivisione. «E pensare che il commissario Vasco Errani, intervenendo in consiglio comunale, ha messo in cima alle priorità l'assoluta trasparenza delle amministrazioni verso la comunità...».
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