Rassicuranti le parole espresse dal Ministero dei Beni culturali: “L’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro ha già elaborato l’elenco dei beni di interesse culturali presenti nel territorio. Sono già attive le unità di crisi Regionali del MiBACT di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che, d'intesa con gli istituti del Ministero e le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle aree coinvolte, stanno individuando anche le località adeguate al deposito dei beni culturali mobili danneggiati o a rischio.”
In attesa di poter fare un rilievo dettagliato sul territorio, frazione per frazione, ci limiteremo a considerare le due chiese più illustri di Amatrice, san Francesco e Sant’Agostino. La prima presenta delle profonde fenditure sulla facciata ed ha il campanile pericolante che ad ogni scossa dello sciame rischia di crollare. La seconda ha la facciata completamente crollata e parte della navata. Entrambi sono state oggetto di grossi interventi di restauro a causa dei danni del precedente sisma del 97 e conservano pitture di grande rilievo risalenti ai secoli XV, XVI e XVII e testimoniano la ricchezza culturale e creativa della città signora dell’Altopiano. Anche il Museo Civico di Amatrice Cola Filotesio che conserva beni preziosissimi sarebbe collassato. Questo, per i beni culturali, è il momento in cui tutti, dai semplici cittadini alle forze dell’ordine, debbono vigilare per garantire la sicurezza dei beni oggi in pericolo, dai quadri agli oggetti sacri e a quelli d’arredo che potrebbero divenire facile preda per gli sciacalli. Giusto ieri Antonia Pasqua Recchia del MiBac ha annunciato che sono già presenti sul territorio interessato dal sisma un nucleo di carabinieri del reparto tutela dei beni culturali a garanzia degli stessi beni. Inevitabile ribadire ancora una volta quanto sia necessaria in questi casi la collaborazioni di tutti. Per quanti riguarda la messa in sicurezza dei beni trasportabili, ancora ieri è stata più volte avanzata la possibilità di convogliarli presso l’Archivio di stato e il civico di Rieti. Soluzione ragionevole ed opportuna a condizioni che sia temporanea e che una volta avvenuta la ricostruzione gli stessi possano tornare nei luoghi d’origine.
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