Terremoto: situazione drammatica
ad Amatrice: i morti sono oltre 120
aumenta il numero dei dispersi

Le ruspe in azione ad Amatrice
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Mercoledì 24 Agosto 2016, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 23:20

AMATRICE - Situazione drammatica ad Amatrice dopo il terremoto delle 3.36. Il numero accertato dei morti ad Amatrice sarebbe al momento di oltre 120, mentre sale continuamente quello dei dispersi. In serata è stato recuperato un bambino sotto le macerie. Si scava con le mani e con ogni mezzo possibile tra le macerie di un centro storico praticamente raso al suolo. In questo momento gli sforzi maggiori sono concentrati in piazza Sagnotti dove due palazzine sono venute giù come fossero di carta. Tre persone estratte vive, ma sotto ce ne sono almeno altre cinque persone, tra cui tre bambini. E non si odono lamenti. Continuano le persone estretta vive dalle maceria, anche una ragazza poco prima delle 10.
 

 


Intanto, l'ospedale Grifoni, seriamente lesionato, è stato evacuato e i feriti trasferiti in altri ospedali: Rieti e L'Aquila in primis.

Fino alla tarda mattinata erano sette i morti estratti dalle macerie, ma il sindaco Pirozzi parlava di decine di vittime. Due due feriti in codice rosso trasportati a Roma attraverso l'eliambulanza del 118. Si teme per la vita di una decina di suore all'interno del Monastero all'inizio del Corso. Due sono state estratte vive. Un'altra persona estratta viva dalle macerie intorno alle 7.40. E una donna intorno alle 8.30. I primi feriti sono stati trasportati all'ospedale de L'Aquila, altri sono arrivati poco dopo le 8 al de Lellis.

Il Corso Umberto è chiuso. Si scava anche a mani nude, tantissimi gli edifici danneggiati. Atteso l'intervento dell'Esercito.

«Situazione tragica - affermaa Rai News 24 il sindaco Sergio Pirozzi, a tre ore dal violento sisma - tre quarti di paese non c'è più, la stada di accesso al centro storico è bloccata e dall'altra parte c'è un ponte che sta per cadere. La macchina dei soccorsi si è attivata immediatamente. L'obiettivo è ora quella di salvare più vite umane possibili che sono sotto le macerie».

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