Rieti, Tsm: gli ambientalisti non si fermano

Terminillo (Archivio)
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 8 Giugno 2022, 00:10

RIETI - Per il ricorso al Consiglio di Stato manca ancora il via libera definitivo da parte di tutte le associazioni scese finora in campo. Ma dopo la batosta consegnata dalla sentenza del Tar del Lazio che, con le motivazioni pubblicate il 3 giugno, ha interamente rigettato i cinque punti del ricorso proposto dalle associazioni Wwf, Lega Italiana Protezione degli Uccelli, Club Alpino Italiano, Salviamo l’Orso e le tre Onlus Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra e l’Associazione per la Conservazione dell’Orso Bruno Marsicano contro i pareri positivi forniti al Tsm dalla Regione Lazio sia sulla Vinca, la Valutazione di incidenza ambientale che la Via, la Valutazione di impatto ambientale, l’attesa per l’approdo degli ambientalisti in Consiglio di Stato è, più che altro ormai, soltanto una pura formalità. 
Lungo tutto il tortuoso percorso del Tsm, il ricorso promosso dalle associazioni ambientaliste era - senza mezzi termini e a ragion veduta, vista l’articolazione delle questioni poste sotto esame - l’ostacolo più temuto dall’intero fronte dei sostenitori che, quando si sono visti approdare sul tavolo dei rispettivi studi legali le motivazioni della sentenza, non hanno esitato ad annunciare (da parte della Pro loco Terminillo) persino azioni di risarcimento danni nei confronti dei gruppi ambientalisti autori del ricorso.

Il commento. Gli ambientalisti ci vanno giù pesante contro la sentenza, definita «frutto di interpretazioni molto azzardate, e che glissa sulla maggior parte dei rilievi fondamentali proposti dai ricorrenti, nonostante le loro motivazioni fossero solide e ancorate alla tutela dell’interesse pubblico. È peraltro in palese contrasto con quanto rilevato dal ministero per la Transizione Ecologica - proseguono le associazioni - in merito alla incompatibilità del Tsm con la normativa europea di tutela della Rete Natura 2000». Il riferimento, tra gli altri, è al respingimento, da parte del Tar, del secondo punto proposto dal ricorso, quando il tribunale amministrativo, commentando l’operato della Regione Lazio sul rilascio dei pareri positivi per Vinca e Via, sostiene che «appare ragionevole e coerente la circostanza che l’amministrazione (regionale, ndr.), nel valutare l’impatto sul sito, abbia tenuto conto del rapporto tra superficie di habitat interferita dalla realizzazione del progetto rispetto alla superficie totale nel sito Natura 2000, ovvero abbia “seguito il criterio della valutazione in termini di incidenze significative di dette opere più che valutare l’ampliamento in termini oggettivi di dimensionamento delle opere”». 
Insomma, l’ormai nota questione dell’impatto ambientale sulle superfici investite dall’ammodernamento dei vecchi impianti e dalla realizzazione dei nuovi.

L’ultima stoccata ambientalista è quella alla sostenibilità economica del Tsm, che sulle pagine de Il Messaggero è stata più volte oggetto di infuocati botta e risposta tra fautori e contrari: «Il ricorso era fondato su aspetti rilevanti quali il devastante impatto ambientale su ambienti protetti a livello comunitario e la violazione delle norme di pianificazione paesaggistica e urbanistica che ne tutelano l’integrità - concludono le associazioni. - Ma, come sosteniamo da quando il Tsm ha visto la luce, la sua insostenibilità è anche economica, e non vi sarà nessuna sentenza del Tar che potrà aggirare questo ostacolo».

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