Rieti, Terminillo sicuro:
qualcosa si muove

Terminillo
di Mario Bergamini
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Sabato 6 Febbraio 2016, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 13:56
RIETI - La scoperta dell’acqua calda, banalmente parlando. Come spesso accade in Italia, ci vuole il caso per far emergere un problema da sempre esistente, ma dallo stesso tempo accantonato in un angolo, in attesa della scintilla che lo riporti all’attenzione generale.

E’ accaduto così anche per l’emergenza sicurezza sulle piste da sci del Terminillo, impianti da tempo immemore in attesa che la Regione Lazio recepisca la legge quadro nazionale 363 del 2003 in materia di sicurezza in montagna. Tredici anni diventati tutti insieme un secolo da cancellare con un clic, a pochi giorni dall’udienza preliminare con il quale il gup dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio il gestore degli impianti, il direttore di esercizio e il capo servizio. Nei loro confronti è ipotizzato il reato di omicidio colposo, legato al decesso del 44enne Giovanni Giraldi di Cittaducale, morto sul Terminillo il 29 dicembre del 2012, mentre sciava in un tratto compreso tra la pista Cardito sud e la Cinzano.

MEGLIO TARDI CHE MAI
A 11 giorni dall’inizio del processo, la Regione ha quindi ripreso in mano la «pratica sicurezza», forte anche - per verità di cronaca - dell’ennesimo sollecito giunto dal Comune, questa volta dal sindaco Simone Petrangeli in persona che ha spedito una lettera all’assessore Civita. Alla lettera di Petrangeli ha fatto inoltre sponda un’analoga iniziativa del gruppo Pd. E la Regione ha «prontamente» redatto una comunicazione, spedita a tutti i sindaci laziali titolari nel loro territorio di una stazione sciistica, chiedendo l’immediata e puntuale applicazione della normativa in tema di sicurezza sulle piste, spiegando al contempo che sta accelerando sul fronte del recepimento della legge quadro nazionale 313, unica regionale nel Paese a non averlo ancora fatto, per la cronaca.
 
L’INTERVENTO COMUNALE
«Come Comune - spiega Simone Munalli, consigliere con delega al Terminillo e maestro di sci - già dal novembre del 2012 ci siamo impegnati per superare le problematiche esistenti sulle nostre piste. Un lavoro certosino, eseguito con la consulenza dell’avvocato Francesco Persio e guidato sul campo dall’allora dirigente dell’Urbanistica, Maurizio Silvetti. Si è partiti con accurati sopralluoghi su tutti gli impianti, evidenziando per ognuno le problematiche esistenti, dalla disciplina dell’utilizzo degli slittini alla segnaletica, passando alla protezione di tutti gli ostacoli mobili e immobili presenti sui tracciati, siano essi gatti delle nevi o alberi, per finire con le recinzioni delle seggiovie e il decalogo dello sciatore.

Al termine, abbiamo redatto una relazione, forti anche della consulenza degli agenti di polizia aggregati dalla scuola di addestramento alpino di Moena. Relazione che il Comune ha recepito con specifica ordinanza, prendendo spunto proprio dalle legge nazionale 363 e che abbiamo spedito alla Società Funivie per gli appositi adempimenti. Alcuni sono stati recepiti. Ma quel che si deve fare è tutto scritto nell’ordinanza. E ora come ora non si può dire che al Terminillo le piste non siano sicure». Carta canta...
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