RINCARI INSOSTENIBILI
Da un minimo del 50% a un massimo del 500%. E’ la forbice degli aumenti che si sono abbattuti su tutte le attività commerciali del settore alimentare: bar, ristoranti, macellerie, pescherie, frutterie e supermercati hanno ricevuto una vera e propria mazzata. I più colpiti, stando alle indicazioni, sarebbero proprio i gestori di pescherie e negozi ortofrutticoli: sono loro che dovranno far fronte ad una spesa cinque volte superiore a quella dello scorso anno. Non va comunque sottovalutata la quota maggiorata che dovranno pagare altri esercizi: nel caso di un ristorante che ha denunciato il problema, si passa dai circa 3.500 euro di un anno fa ai quasi 6mila del 2013. Una spesa di circa 500 euro al mese, che va a sommarsi a tutte le altre tasse che le attività già pagano.
L'ASCOM SCRIVE ALLA GIUNTA
«Si è superato ogni limite di decenza ed equità», scrive l’Ascom in una nota. «Il tributo, collegato alla capacità teorica di rifiuti prodotti, prevede aumenti spropositati. Come si può solo ipotizzare di caricare le piccole imprese, che già soffrono della crisi, di costi così rilevanti?». La soluzione, secondo l’Ascom è una sola: ridurre i costi di esercizio, per fronteggiare i cali delle vendite.
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