Rieti, i soldi della Regione destinati
a partiti e associazioni rionali

Gianfranco Gatti
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Giovedì 28 Gennaio 2016, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 13:33
RIETI - C’è veramente un pò di tutto nel secondo filone, dopo quello relativo al Pd, sulle spese pazze riguardanti questa volta il gruppo Pdl alla Regione, epoca Polverini, sostenute con i fondi destinati a essere utilizzati per fini istituzionali ma che hanno preso strade diverse. Tra i giustificativi, scontrini fiscali generici per l’acquisto di prodotti non specificati, molti con date successive agli eventi di riferimento, semplici preventivi su carta spacciati per fatture e così via.

Percorsi clientelari ed elettorali, secondo le conclusioni raggiunte dalla Guardia di finanza di Rieti diretta dal colonnello Stefano Cerioni che ha rimesso al procuratore capo Giuseppe Saieva una segnalazione a carico di 40 persone, tra le quali gli ex consiglieri regionali reatini Lidia Nobili (già sotto processo per fatti analoghi a Roma) e Domenico Gatti, ipotizzandio diversi reati, dalla truffa al finanziamento illecito.

Con loro, una sorpresa per l’ambiente politico locale: Maurizio Colantoni, esponente di Rifondazione comunista, citato per un (presunto) finanziamento illecito che sarebbe pervenuto al partito attraverso la partecipazione del rione San Francesco a un’edizione della Festa del Sole.
Secondo le fiamme gialle, tutto è partito da una richiesta presentata dall’associazione per finanziare un progetto sulla valorizzazione del Velino e le tradizioni locali ma di quanto annunciato non sarebbe stata rinvenuta alcuna documentazione ufficiale in grado di giustificare le spese, se non una serie di annotazioni a mano su fogli nei quali vengono genericamente indicati dei fornitori.

IL RUOLO DI COLANTONI
Colantoni viene chiamato in causa per l’interessamento teso a far ottenere all’associazione San Francesco un contributo da parte del consiglio regionale del Lazio e risulta dalle indagini che ha curato l’intera pratica. Ebbene, quando la somma fu accreditata, una parte di essa, nell’ordine di sei, sette mila euro, sarebbe stata consegnata in contanti a Rifondazione comunista.

LA DIFESA
Ieri mattina, Maurizio Colantoni, accompagnato dal suo avvocato Francesco Inches, si è recato in procura chiedendo di essere ascoltato dal procuratore Saieva.
«Al mio cliente non è stata formulata alcuna contestazione - chiarisce il legale - ma ribadisce con forza di non aver mai effettuato operazioni illecite nè tanto meno di aver favorito finanziamenti illegali al suo partito. Comunque si è messo a disposizione del magistrato per fornire ogni chiarimento e si augura che ciò avvenga prima possibile».

In attesa di capire se l’indagine finirà a Roma per competenza territoriale (nella Capitale sono stati deliberati i fondi) si fa sentire anche l’ex consigliere Gianfranco Gatti, il cui coinvolgimento è legato a un contratto di consulenza.
Attraverso l’avvocato Luca Conti spiega che «l’incaricato affidato alla signora Alessia Albani, per due anni e tre volte a settimana, era interno e non esterno. Il suo fascicolo, non appena pervenne la richiesta agli uffici del Consiglio regionale, fu immediatamente trasmesso alla Corte dei Conti. Tutto può essere riscontrato attraverso gli atti ufficiali»
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