Ad avvalorare la decisione anche il fatto che neppure i carabinieri, intervenuti per sedare l’accesa discussione, avevano verbalizzato la presenza di una testimone donna nel locale. L’ex Morena, però, il 18 luglio 2013 a cena nel ristorante c’era andata davvero con la fidanzata quando era già Luigi, e aveva pure provato a mettere pace tra i due dipendenti.
Ma anche al processo - celebrato con molto tatto dal giudice monocratico Carlo Sabatini – il pizzaiolo è comparso con la sua vecchia identità femminile, in udienze dove non sono mancati momenti pirandelliani. Come nello scambio di battute tra pubblico ministero (rivolto a un teste): “Lei in che rapporti è con la signora?”, con replica dell’avvocato difensore Giuseppe Romito: “Scusate, se mi permettete anagraficamente è Morena….”, e intervento del giudice Sabatini: “Nulla questio sul punto se c’è stata la dichiarazione di cambio di stato civile, altrimenti per noi rimane la generalità precedente. Attualmente è conosciuto come Luigi…”. Così, avanti fino alla fine, con Luigi chiamato “signora Morena”, la cui presenza nel ristorante è stata confermata dagli stessi testimoni ascoltati nella causa di lavoro, e per il pizzaiolo è arrivata l’assoluzione con formula piena.
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