Rieti, Istituti superiori in città e provincia: le "pagelle" dell'analisi "Eduscopio"

Istituto Luigi di Savoia
di Antonio Bianco
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Lunedì 15 Novembre 2021, 00:10

RIETI - Quali sono le scuole migliori di Rieti? A stabilirlo è la classifica di Eduscopio, sito della Fondazione Agnelli, che ha stilato per il 2021 l’elenco degli istituti della città. Due le categorie analizzate: le scuole che preparano all’università e quelle che formano per il lavoro. Il criterio di riferimento utilizzato da Eduscopio è l’indice Fga, un parametro che mette insieme la media dei voti e i crediti ottenuti, normalizzati in una scala che va da 0 a 100, dando un peso pari al 50% per ognuno dei due indicatori.

La graduatoria
Secondo l’analisi, la scuola che meglio prepara gli studenti ad affrontare un percorso universitario è il liceo scientifico “Gregorio da Catino” di Poggio Mirteto, con un indice Fga di 74,15 su 100, guadagnando posizioni rispetto al 69,04 dello scorso anno.

Il liceo scientifico “Carlo Jucci” di Rieti, con 71,13, si piazza al secondo posto, perdendo così il primato del 2020. Chiude il podio il liceo scientifico “Lorenzo Rocci” di Fara in Sabina, con un indice Fga di 70,38. «Naturalmente - spiega Francesco Peluso, membro di Ridata - c’è una grande differenza in termini di iscritti tra le scuole prese in considerazione. Si pensi infatti che il liceo scientifico “Gregorio da Catino” conta, in media, 23 diplomati all’anno, mentre il liceo scientifico “Carlo Jucci” ben 122». Sul fronte dei licei classici, al primo posto c’è il “Terenzio Varrone” di Rieti, con un indice Fga 69,93, guadagnando oltre due punti dal 67,06 dell’anno scorso. Scivola in seconda posizione il “Rocci” di Fara in Sabina, che perde quasi 5 punti, da 68,27 a 63,82. Ma se i licei restano gli istituti preferiti dagli studenti per accedere all’università, gli istituti tecnici continuano a fare la parte di leone per coloro che cercano un lavoro dopo la maturità. L’istituto tecnico a ottenere la migliore performance è il “Luigi di Savoia»” di Rieti, dove il 43 per cento degli studenti ha lavorato almeno 6 mesi entro i primi due anni dal conseguimento dal diploma. Per quelli che escono invece dall’”Aldo Moro” di Fara in Sabina, l’indice di occupazione è del 37,83 per cento, quasi 6 punti in meno dal 2020, quando era del 43,27%. La difficoltà a trovare un’occupazione stabile e non precaria ha spinto molti giovani a rinunciare all’università. Nella città capoluogo, quasi un giovane su tre abbandona gli studi dopo il diploma: in termini percentuali sono circa il 30 per cento della popolazione studentesca.

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