Rieti, il prato dello Scopigno
in pessime condizioni
Le foto

Il terreno dello Scopigno
di Christian Diociaiuti
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Giovedì 14 Gennaio 2016, 00:11

RIETI - “In campi così brutti non ci ho mai giocato. Il terreno di gioco peggiore, non si può giocare a calcio su un terreno del genere, penoso”. Chi dice queste parole e riguardo a quale campo? Salvatore Caturano, attaccante del Lecce che domenica ha segnato il gol del momentaneo vantaggio sulla Lupa (alla fine 1-1) lo ha detto dello Scopigno. Caturano – che si è anche infortunato in corso di match, pur essendo entrato nella ripresa - lo ha detto nel post-gara, ma non ha fatto altro che portare in sala stampa quello di cui tutti, dagli spalti e a bordo campo, si erano accorti non solo domenica appena scorsa, ma anche mercoledì 6 gennaio per Flaminia-Rieti. Le foto che propone la nostra gallery sono state scattate addirittura prima della gara Lupa-Lecce (si vede dalla luce del sole, dalle squadre si stanno scaldando e che la curva ospita pochi tifosi giallorossi) e dopo il match del 6 gennaio, Rieti-Flaminia.

“PENOSO”
Lo Scopigno è un terreno gi gioco pesantissimo, scivoloso e brutto da guardare: presenta ampie chiazze di senza erba o quasi. Il terreno di gioco perfetto per le squadra ospiti che vogliono chiudersi e, purtroppo, uno spauracchio ed uno svantaggio per le squadre di casa, Rieti e Lupa. E gennaio sarà il mese della flagellazione definitiva, quello che potrebbe dargli la mazzata finale: in questi primi 31 giorni dell’anno ci si giocherà ben sei volte (due già in archivio, Rieti-Flaminia e Lupa-Lecce) e per giunta sempre in maniera ravvicinata, con le partite distanti più o meno solo 24 ore. Le concomitanze tra la padrona di casa (il Rieti) ed il gestore (la Lupa) sono note: il 6 gennaio (Rieti-Flaminia), il 10 gennaio Lupa-Lecce, il 16 gennaio Lupa-Ischia, il 17 gennaio Rieti-Trastevere, il 30 gennaio per Lupa-Melfi e il 31 gennaio per Rieti-Lanusei.

GLI INTERVENTI
Patron Curci, dopo Rieti-Flaminia, aveva sottolineato come le condizioni del campo influenzassero le performance dei giocatori e le manovre di gioco, aggiungendo che, sotto le Feste, sono stati fatti degli interventi sul terreno per cercare di limitare i danni. Per carità, è gennaio ed è inverno, di certo non c’è il sole e la bella stagione, ma un campo così è inaccettabile per tutti, le squadre di casa, ospiti e pure per gli spettatori. Il problema, Il Messaggero di Rieti lo aveva già tirato fuori e sviscerato: è un problema di calendario sovrapposto - in cui forse le società dovevano farsi sentire – ma è soprattutto un problema di come questo terreno di gioco sia stato trattato negli anni. Un’eredità a cui adesso è difficile metter mano con una sola pezza e che necessita di un intervento radicale.

Ma chi lo farà? Chi pagherà? Domande a cui è lecito attendersi una risposta che, temiamo, non arriverà mai, che partono dalle, solite, impulsive e già indicate decisioni estive rivedibili.

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