Un percorso che ha avuto una pesante battuta d'arresto in giugno, quando si tirarono le somme sui dipendenti disposti a lasciare Schneider per la nuova società: solo 43, praticamente la metà del personale rimasto in forza al sito di Rieti.
L'INTESA
Questo ha reso necessario una rimodulazione dell'accordo tra le due società, con Schneider che ha ulteriormente aperto i cordoni della borsa a favore di Elexos. In base all'accordo di ieri, lo stabilimento di Rieti - ora semivuoto, ma un gioiello per condizioni e dotazioni - sarà ceduto a un valore simbolico. Per ciascuno dei 43 dipendenti che da Schneider passano ad Elexos verranno girati 70 mila euro alla società e accordati 10 mila euro direttamente al lavoratore. L'avvio dell'attività di Elexos sarà supportata con un ulteriore milione e 700 mila euro da Schneider, oltre che dalla cessione di alcune macchine per lo stampaggio plastico e una macchina speciale Bilher, oltre a quello che è rimasto materialmente nello stabilimento (semi-svuotato da Schneider nei mesi scorsi, ndr). Nell'arco degli anni (che da 3 diventano 7 compresi due di start up) Schneider s'impegna ad affidare a Elexos commesse nello stampaggio e nell'assemblaggio per complessivi 29 milioni di euro, attraverso un contratto annuale di 5 milioni di euro per 5 anni. Questi gli impegni assunti da Schneider.
Anche Elexos ha dovuto fare altrettanto: in primis, l'impegno a trasferire allo stabilimento di Rieti commesse per un controvalore di 7,6 milioni di euro, portando il fatturato a circa 12,6 milioni di euro entro il 2017. In generale il principio è che il contributo di Schneider non debba superare il 40% del fatturato di Elexos, e questo perché sia garantita - almeno nel medio periodo - la «sostenibilità» del progetto industriale della newco. Il rientro del personale dovrebbe avvenire entro maggio 2016. «Ripartire è comunque positivo, anche se si sono allungati i tempi e si è ridotto il numero delle persone necessarie. Ora si tratta di monitorare la ripresa e la ripartenza», dice Luigi D'Antonio (Fiom Cgil). Giudizio positivo anche da Giuseppe Ricci (Fim Cisl): «I volumi sono in linea con quelli concordati, sono di meno le persone ma c'è una garanzia su 7 anni e non su 3. Ora si apre la fase della verifica dell'accordo sottoscritto, che poi per noi è quella più difficile viste certe esperienze del passato».
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