Anche Rieti piange la morte
di Michele Scarponi, il ricordo
di Paolo Ferri: «Un esempio»

Michele Scarponi
di Andrea Scasciafratte
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Sabato 22 Aprile 2017, 15:09 - Ultimo aggiornamento: 15:10
RIETI - Il ciclismo piange la morte di Michele Scarponi. L’Aquila di Filottrano – come erano soliti chiamarlo nell’ambiente delle due ruote per le sue spiccate doti di scalatore – ha spiccato il volo verso il cielo. Stamattina, poco dopo le 8, mentre si allenava, è stato travolto da un furgone a poche centinaia di metri da casa, dove c’erano ad attenderlo la moglie Anna e i suoi due figli di 6 anni, Giacomo e Tommaso. Una tragedia immane, un clamore fragoroso e improvviso, che in pochi istanti è rimbalzato anche a Rieti, dove il 37enne corridore della Astana era conosciutissimo. Ed aveva anche il suo seguito di tifosi.

IL RICORDO
«Lo conoscevo bene, anche se da poco tempo, e, quando ci incontravamo, mi soffermavo a scambiare quattro chiacchiere con lui – racconta Paolo Ferri, numero uno di H4F Sport, la società reatina che organizza eventi bike e run e che conta in città decine di iscritti –. Ho avuto la fortuna di incontrarlo personalmente due anni fa, in occasione dell’arrivo della Tirreno-Adriatico sul Terminillo. Scherzammo a lungo sul fatto che avesse affrontato la salita con un rapporto troppo duro, facendosi riprendere dal gruppo. Dopo quella tappa ci siamo sentiti spesso e il mio ricordo, oggi, è quello di un campione rispettoso e simpatico, uno di quelli che ti fa amare il ciclismo. Quest’anno sarebbe stato capitano dell’Astana al Giro del centenario, nonostante avesse confidato che, a 37 anni, buttarsi in discesa era sempre più difficile. Mi dispiace di non poter più fare il tifo per lui, era un combattivo in bici e la sua umiltà non aveva eguali. Ricordo come fosse adesso quando vinse a tavolino il Giro d’Italia del 2011 grazie alla squalifica di Alberto Contador e rifiutò di indossare la maglia rosa. Un grande gesto, che solo i grandi uomini sanno fare».

«Non ci sono parole per commentare un evento così tragico, che colpisce tutti – aggiunge l’assessore allo Sport del Comune di Rieti, Vincenzo Di Fazio, appassionato di ciclismo, in prima linea nell’organizzazione della tappa-regina della Tirreno-Adriatico sul Terminillo e al lavoro per il ritorno del Giro d’Italia sulla montagna reatina –. Scarponi è stato un esempio, un uomo di grande spessore, un capitano di una delle più importanti squadre del circuito mondiale. Rieti lo ricorda con affetto».

L’ULTIMA VOLTA A RIETI

Poco più di un mese fa, Scarponi aveva concluso la sua ennesima fatica sul Terminillo, una montagna che amava e che, ogni qualvolta era chiamato a domarla, non lo vedeva mai tirarsi indietro. Era un attaccante nato, un corridore generoso, e su quei tornanti della 4 bis ha sempre dimostrato di trovarsi a proprio agio. Gli è mancato un podio, meglio ancora una vittoria. Non la voglia di lottare.

Come l’11 marzo scorso quando, lasciato libero dai compiti di scuderia (dopo la crisi in salita del suo capitano, Fabio Aru, poi ritiratosi per una bronchite), si è lanciato all’inseguimento di chi, davanti, aveva fatto il vuoto. Alla fine raccolse solo – si fa per dire – un 18esimo posto, a poco più di un minuto dal trionfatore, il colombiano Nairo Quintana, secondo degli italiani dietro a Domenico Pozzovivo, settimo. Tanti gli applausi, al suo arrivo sotto lo striscione di Campoforogna.

Molti di più l’indomani in piazza Cesare Battisti, per la partenza della quinta tappa della Tirreno-Adriatico, la Rieti-Fermo. Lui rispose col solito sorriso, selfie e strette di mano, autografi e il braccio destro rivolto verso il cielo. Lassù dove oggi, 40 giorni dopo quella mattinata di festa, riposa al fianco dei grandi campioni che hanno scritto le pagine più belle del nostro ciclismo.

MINUTO DI RACCOGLIMENTO

Un minuto di silenzio per ricordare Michele Scarponi: lo ha disposto il presidente del Coni Giovanni Malagò che, partecipando al dolore della famiglia e di tutto il mondo del ciclismo, ha invitato le federazioni sportive nazionali, le
discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive, che si disputeranno in Italia da oggi e per tutto il fine settimana.
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