Rieti, l'ingegner Domenico Rosati
ripercorre la stagione degli Arieti:
«Un bel gruppo» e quella meta
dedicata ad Andrea Balloni

Domenico Rosati (Foto Itzel Cosentino)
di Valerio Coan
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Venerdì 26 Maggio 2017, 10:05
RIETI - «Perché un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro» ha scritto Baricco nel suo Oceanomare, così forse ha fatto anche Domenico Rosati che tra vari tira e molla negli ultimi anni ha avuto diversi motivi per prendere una pausa dalla palla ovale, ma poi ha trovato sempre una ragione in più per tornare nella casa degli Arieti.

L’impegno nella laurea in Ingegneria - percorso terminato lo scorso anno - e i problemi alla schiena l’hanno allontanato da viale Fassini, ma non hanno mai affievolito la sua passione per il Rugby. 

Quest’anno si è rimesso in gioco contribuendo alla bella stagione degli Arieti-Draghi nonostante anche qui piccoli acciacchi e due rotture del naso «Roba tranquilla» dice lui.

«Il gruppo era bello e quando c’è la passione lo fai, in più il campo durante l’anno si è ravvivato in maniera evidente con persone che vengono allo stadio per vedere te e la tua squadra. Lì capisci che in quei momenti non puoi non dare tutto te stesso».

Parole che lasciano trapelare il dispiacere per la rottura con il Terni, i cui giocatori sono stati amici prima ancora che compagni di squadra, ma che nel rovescio della medaglia lasciano trapelare la vena ottimistica riguardo il futuro della società e del movimento attorno la sfera rugbistica reatina.

«Abbiamo fatto una grande stagione, non senza recriminazioni, ma abbiamo dimostrato che la serie C è un campionato che sta stretto agli Arieti e alla nostra città».

La speranza è chiara, quella di essere ripescati nella categoria più alta: «La serie B sarebbe tutto un’altro discorso». Asticella del livello tecnico, tattico ed agonistico più alta che renderebbe giustizia al gioco espresso da questo Rugby Rieti. Domenico ha già giocato nella categoria ed afferma con sicurezza che la squadra ha le potenzialità per poter affrontare una sfida del genere: «Abbiamo elementi con un bel bagaglio d’esperienza relativo a quel campionato, in più ci sono diversi giovani in rosa dalle grandissime potenzialità, la serie B sarebbe un grande banco di prova per migliorare sempre di più».

C’è ottimismo anche per quanto riguarda i giovani dell’under 16: «Sono contento che a seguire la nuova Under 16 ci sarà Massimo Pica, secondo me sarà in grado di far tornare quel ricambio generazionale di cui si è sentita la mancanza nella Seniores, in una società come la nostra sarebbe una risorsa determinante». Di quando era lui nelle giovanili ricorda: «Un tempo l’obiettivo era compiere 18 anni per poter essere chiamati a giocare nella prima squadra, anche solo per un minuto, era una soddisfazione enorme».

Tra i ricordi di questa stagione appena conclusa ce ne sono ovviamente alcuni più delicati di altri, Domenico commosso ricorda la vigilia della partita contro il Rugby Anzio - la prima partita dopo la scomparsa dell’amico e compagno Andrea Balloni: «Quella sera riuscivo a pensare solo che volevo fare una meta per lui e tanto è stato. Andrea credeva che questo gruppo sarebbe potuto salire in serie B, sarebbe bello poter dedicare a lui anche questo traguardo».
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