La società del polo della logistica
perde la reatinità: via la Provincia
e il Consorzio industriale e Fara è
fuori dal consiglio di amministrazione

La società del polo della logistica perde la reatinità: via la Provincia e il Consorzio industriale e Fara è fuori dal consiglio di amministrazione
di Raffaella Di Claudio
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Giovedì 10 Maggio 2018, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 13:34
RIETI - Da Parco industriale della Sabina a Parco industriale «senza Sabina». La società per azioni che dal 2012 rappresenta il braccio operativo del Consorzio industriale di Rieti e ha lo scopo di «realizzare il polo logistico di Passo Corese e renderlo operativo mediante la cessione di lotti urbanizzati in diritto di superficie», perde dalla sua compagine societaria la Provincia di Rieti e il Consorzio industriale di Rieti. Come se non bastasse, dal consiglio d’amministrazione esce anche il Comune di Fara Sabina che al momento detiene ancora la quota partecipativa alla società.

LA REATINITA' SVANISCE
Si sgretola pian piano quella «partecipazione di garanzia dello stesso Consorzio industriale, della Provincia di Rieti e del Comune di Fara Sabina», definita in questi termini nel sito del polo della logistica all’indirizzo www.logisticacentroitalia.it, nella sezione Mission.
Seppur simbolica, pari all’un per cento, la quota di partecipazione delle tre istituzioni della provincia di Rieti era quindi nata per permettere agli Enti reatini di essere correntemente informati sulle attività della Parco industriale della Sabina spa e di conseguenza di garantire gli interessi primari del territorio.

SI MODIFICA LO SCENARIO
Dopo sei anni lo scenario di fatto si modifica a scapito del territorio, anche se il presidente del consorzio industriale Andrea Ferroni si affretta a dire che non cambierà nulla, lasciando quasi intendere la scarsa rilevanza di essere presenti all’interno del cda e di possedere le azioni della società.
«Siamo usciti dalla società – giustifica il presidente del Consorzio - perché non possiamo più starci in base a quanto stabilito dalla legge Madia che prevede requisiti precisi per le società che devono essere partecipate da enti pubblici. La Parco industriale questi requisiti, relativi al numero di dipendenti e di membri del cda, non li ha. Ci eravamo entrati, sulla base di un’antica convenzione, per svolgere una funzione, non un controllo. Il controllo continueremo a esercitarlo, magari anche con più forza, visto che siamo all’esterno e siamo scevri da eventuali conflitti di interesse. Tra l’altro l’ingegner Fagiani, del Consorzio, resta responsabile unico del procedimento anche oggi che non siamo più soci. Esserci o non esserci per noi è la stessa cosa. Stare dentro era solo un qualcosa in più. Le nostre quote le abbiamo vendute alla Seci Real Estate spa (che fa parte della Parco industriale della Sabina e le ha pagate il valore nominale di 5mila e 500, ndr)».

PROVINCIA: QUOTE IN VENDITA
Anche la Provincia di Rieti ha messo in vendita le sue quote. «Abbiamo deliberato l’uscita dalla società - dice il presidente della Provincia, Giuseppe Rinaldi - perché per quello che ci riguarda, in base alla legge Madia, la Parco industriale della Sabina, società di gestione di aree, non rientra nel concetto lato di sviluppo del territorio che invece ha l’Ente pubblico Asi in cui siamo rimasti. Le quote le metteremo in vendita. A breve faremo un avviso pubblico».

 
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