Rieti, il giallo di Spedino: la trasmissione
«Chi l'hai visto» torna ad occuparsi
del caso di Mariangela Mancini
Il mistero degli occhiali spezzati

Rieti, il giallo di Spedino: la trasmissione «Chi l'hai visto» torna ad occuparsi del caso di Mariangela Mancini Il mistero degli occhiali spezzati
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Venerdì 3 Giugno 2016, 16:17
RIETI - La trasmissione «Chi l'ha visto?» è tornata mercoledì sera ad occuparsi nuovamente del caso di Mariangela Mancini, la trentatreenne di Spedino di Borgorose, scomparsa il 12 maggio scorso e ritrovata priva di vita il giorno dopo nel bosco di Fonte San Paolo a Spedino.

Durante la trasmissione sono stati mostrati per la prima volta tutti i reperti ritrovati sul luogo del ritrovamento. Tutti reperti attualmente al vaglio dei carabinieri del Reparto investigativo speciale di Roma. I reperti mostrati si riferiscono alla busta di plastica verde fatta a brandelli, una busta che la giovane donna potrebbe essersi stretta al collo per strangolarsi. Sono poi stati mostrati la bottiglia di acido muriatico e i suoi occhiali, ritrovati spezzati in due, in mezzo alle foglie a qualche metro di distanza, insieme alle chiavi della macchina, lasciata aperta davanti alla casa della madre.

La sorella Federica ha dichiarato agli inquirenti che Mariangela indossava quegli occhiali quando doveva fare dei lavori. «Se fossero caduti nell'erba non si sarebbero potuti spezzare in questo modo. C'è stata una colluttazione?», ha osservato la conduttrice Federica Sciarelli. «Dal primo esame autoptico è emerso che la morte è stata provocata da asfissia da strangolamento - ha ribadito ancora una volta il procuratore capo Giuseppe Saieva - e le tracce da ustione da acido all'interno della bocca sono tali da escludere l'ingerimento in vita: la parte bruciata è più vicina alla parte posteriore della lingua». La felpa e i leggins indossati da Mariangela, attualmente reperti al vaglio dei carabinieri del Ris, potranno rivelare tracce di identità genetica. «In quel momento avremo un riferimento di comparazione - ha osservato Saieva - non partiamo dagli abitanti di Spedino (si sono dichiarati disposti al prelievo del Dna, ndr) ma dalla vittima: dobbiamo prima capire chi era».

Quello che si sa di lei è che era laureata in psicologia, pronta a mettersi in relazione d'aiuto con il prossimo, sorridente, artista nella lavorazione e decorazione del legno e stava vivendo un momento felice della vita, in procinto di sposarsi.
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