Rieti, sei pecore uccise e altre smarrite in Sabina per l’attacco di un branco di lupi

Un branco di lupi (Archivio)
di R.D.C.
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 00:10

RIETI - Sei ovini uccisi e tre sono ancora smarriti nelle campagne di via dell’Arci. È il bilancio dell’assalto di un branco di lupi a un gregge di pecore nella prima frazione di Fara Sabina. L’attacco dovrebbe essere avvenuto alle prime luci dell’alba, nel breve tempo in cui i proprietari si sono allontanati da Passo Corese. Avevano trascorso la notte a vigilare il pascolo all’interno di un’azienda agricola dove sosta per il periodo della transumanza. Il presidio notturno si era reso necessario a causa delle pessime condizioni meteo che avevano provocato lo straripamento del fosso Corese. Ma quello che è accaduto dopo non era immaginabile.

Il racconto
«Non era mai successo nei 5 anni da cui il gregge, con circa 300 pecore, staziona, da luglio a gennaio, in transumanza all’Arci in quel pascolo - spiega la signora Angela, titolare dell’azienda agricola Liberali Angelina di Rocca Sinibalda. - Mai avvistati i lupi in questa zona, ma il veterinario ha verificato che la morte è stata causata da quell’animale.

Ci hanno creato un danno enorme. Per scappare dai lupi, le pecore si sono allontanate dal terreno e recuperarle, sotto l’acqua e in mezzo al fango, è stato difficilissimo. Ora abbiamo ricostruito il recinto, spostato la roulotte e per tutta la notte resteremo lì perché se il lupo ha mangiato in quell’area, di sicuro tornerà. Tutte le pecore uccise erano incinte e pronte per partorire a gennaio, quando parte la mungitura. Il danno compromette la stagione, a livello economico. Abbiamo circa 850 capi e non abbiamo possibilità di chiuderli dentro un ricovero. Il problema dei lupi, come quello dei cinghiali, per aziende come la nostra, che ha anche l’attività casearia, è serio. Occorre adottare le misure necessarie, considerato che al momento non ci sono fondi o riconoscimenti. La nostra è un’azienda grande ed eventi del genere hanno ripercussioni enormi sul nostro lavoro».

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