Rieti, i vigili del fuoco sostengono
il comando, ma «Servono
scelte diverse delle istituzioni»

Vigili del fuoco
di Alessandra Lancia
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Giovedì 31 Agosto 2017, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 13:06
RIETI - Ha fatto rumore l'intervista dell'ex generale Silvano Landi al Messaggero: «La riforma Madia che ha umiliato e annientato il Corpo Forestale dello Stato ha riportato la lotta agli incendi boschivi indietro di 40 anni». Era quello che aspettavano non solo decine di ex Forestali ma anche tanti cittadini sgomenti. Non dev'essere invece piaciuta molto ai Vigili del Fuoco, e nemmeno a settori del centrosinistra, preoccupati della pessima prova su strada di una delle riforme simbolo dei «Millegiorni» del governo Renzi. Ieri un quotidiano abruzzese ha rilanciato la notizia di un accordo tra il comandante dell'Arma Del Sette e il Capo della Protezione Civile Borrelli per l'impiego dei Forestali passati ai Carabinieri per il coordinamento delle operazioni anticendio e la bonifica sul campo in Abruzzo. In realtà, spiegano da Roma, un accordo formale non c'è stato; c'è solo «un'interlocuzione costante» tra le forze che operano sul campo. Dunque, da qui a rivedere sul terreno gli ex Forestali ce ne corre.

IL DIBATTITO
Il dibattito, però, è apertissimo e utile è l'intervento, assai articolato e propositivo, di Cgil, Cisl, Uil e Confsal dei Vigili del Fuoco. Al Conapo, che nei giorni scorsi aveva duramente contestato l'operato della comandante Pannuti, hanno risposto ieri Cesi (Cgil), Ciofi (Fns Cisl), Pinti (Uil Pa) e Volpe (Confsal) schierandosi a difesa del comando, che ha fatto quanto in suo potere per «fronteggiare la situazione degli incendi boschivi, che nel corso del tempo ha assunto aspetti del tutto inaspettati». E' semmai «l'attuale sistema di gestione degli incendi boschivi che non funziona». Per i sindacati, pure contrari allo smembramento della Forestale, una volta deciso bisognava prevedere il passaggio di tutta la componente aerea del Cfs che aveva compiti antincendio sotto il contro dei Vigili del Fuoco, insieme al personale di terra qualificato (circa 1.000 unità) e a tutti i mezzi in dotazione, dirottati invece sull'ordine pubblico. Per i sindacati, «chi causa volutamente gli incendi sa delle difficoltà organizzative che ci sono nel controllo del territorio». C'è dunque una necessità pressante di svecchiare il parco automezzi, aumentare gli organici, acquisire - con le nuove competenze - anche le risorse materiali ed umane per farvi fronte. Altro tema decisivo, quello della pianificazione di opere a difesa di boschi e centri abitati, dei programmi di prevenzione e di controllo del territorio concordati con le altre forze di polizia. Aiuterebbe molto, a parere dei sindacati, «rendere operativo il reparto volo di Rieti con funzioni antincendio, invece di inviare in missione i suoi uomini e elicotteri in altre località». Ma la soluzione di problemi tanto complessi - concludono i sindacati - non può essere caricata sulle sole spalle del comando provinciale dei vigili del fuoco ma va rimandata «in termini di scelte strategiche alle istituzioni e alla politica», perché mettano gli operatori sul campo nelle condizioni di dare risposte concrete alle richieste dei cittadini. I Vigili del Fuoco non chiedono di meglio.
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