Rieti, impianto a biometano vicino
all'ospedale, parla la società:
nessun inquinamento ambientale

Rieti, impianto a biometano vicino all'ospedale, parla la società: nessun inquinamento ambientale
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Domenica 11 Febbraio 2018, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 12:44
RIETI - «Quello che si vuole realizzare a Vazia è un impianto all’avanguardia in termini di trattamento di scarti organici da agricoltura e zootecnia e di organico domestico, usati per la produzione di fertilizzanti e recupero di anidride carbonica per la produzione di metano».

Dopo una settimana di polemiche e allarmi, arriva direttamente da Luca Acquaroli, amministratore delegato della Enersi, un chiarimento sul progetto per la costruzione di una stabilimento per fertilizzanti con recupero di anidride carbonica e biometano nell’area del nucleo industriale. La notizia era stata data domenica scorsa da Il Messaggero, con la pubblicazione della domanda depositata alla Regione per la valutazione di impatto ambientale e le relative autorizzazioni.

LE PREOCCUPAZIONI
L’estrema vicinanza con l’ospedale, il carcere, alcune scuole e, in generale, le aree abitate di Vazia e Madonna del Passo aveva fatto scattare l’allarme, con cittadini e associazioni che hanno chiesto spiegazioni a Comune e enti locali. Nei documenti depositati in Regione si parla di utilizzo di liquami suini e bovini, sansa e acque di risulta dei frantoi, scarti di macellazione e del Forsu, la frazione dell’organico della differenziata, ovvero gli scarti di cibo che finiscono nel secchio. Il timore diffuso riguarda non solo lo stabilimento, ma il possibile via vai di camion che porterebbero questi materiali nella sede con conseguenti cattivi odori e peggioramento della qualità dell’aria. Elementi che fanno temere l’effetto discarica al nucleo industriale.

IL CHIARIMENTO
Una definizione che la Enersi non ha accettato, specificando che non si può parlare in nessun modo di discarica. «Tutto è stato fatto nel rispetto delle norme - spiega Acquaroli - e non ci saranno immissioni di alcun tipo nell’atmosfera, men che meno odori né combustione né contaminazione. Gli scarti verranno trattati in tempo reale, con permanenza di poche ore e sempre col funzionamento di bio filtri». Stando a quanto dichiarato dalla società, l’impianto ridurrà le emissioni di anidride carbonica e porterà benefici all’agricoltura locale.

«La società - prosegue l’amministratore - ha intenzione di produrre fertilizzanti certificati per agricoltura biologica ad uso delle produzioni Igp locali e come processo di sistema, con recupero di biometano e anidride carbonica. Fertilizzanti che potrebbero ben fare per il territorio reatino perché naturali, biologici e sostitutivi di quelli chimici che sono realmente dannosi».

L’impianto, quindi, darebbe un impulso all’economia locale, con l’immissione di fertilizzante biologico, l’utilizzo del biometano per mezzi agricoli e la riduzione dei costi di trattamento dei rifiuti organici. Un progetto che l’amministratore della Enersi definisce di economia circolare con spiccata componente etica: «Sarebbe motivo di lustro - conclude Acquaroli - e occasione di orgoglio la realizzazione di una iniziativa di portata nazionale proprio nel territorio reatino nel pieno rispetto delle persone, dei territori e delle leggi».
 
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