Rieti, Gala rinuncia agli investimenti
ma Tortoriello dice: «Cerchiamo
altre soluzioni per Solsonica»

Il presidente di Unindustria Lazio, Filippo Tortoriello
di Alessandra Lancia
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Venerdì 26 Maggio 2017, 07:41 - Ultimo aggiornamento: 13:03
RIETI - Gala Tech si sgancia dall’accordo di programma, rinunciando al milione e 900mila euro assegnato dal Mise per il rilancio dell’ex Solsonica. Un colpo non solo per il futuro dello stabilimento reatino, ma per l’impianto stesso dell’accordo di programma, a suo tempo «costruito» non solo per attirare nuovi investitori, ma anche per rimettere in pista la ex Solsonica e la ex Schneider.

Ma il fondatore di Gala, Filippo Tortoriello, ci tiene a spiegare la ragione del dietro front: «La verità è che nell’arco di due anni sono radicalmente cambiate le condizioni - dice a Il Messaggero. - Il piano industriale che a suo tempo sottoponemmo a Invitalia poggiava sulla produzione di pannelli fotovoltaici. Il dumping cinese, i dazi introdotti dalla Ue per arginare i pannelli made in Cina, l’avanzata del made in Taiwan hanno stravolto il mercato: ora siamo a 31 centesimi al watt prodotto, e a queste cifre Rieti sarebbe stata totalmente fuori mercato. Nello stabilimento non ci sono più le condizioni per produrre pannelli e quindi per correttezza abbiamo rinunciato al finanziamento. Ora puntiamo sull’accumulo di energia, ma non era possibile dirottare fondi da un piano industriale ad un altro per questo abbiamo dovuto soprassedere. Ma la volontà di andare avanti c’è. E l’aver voluto a capo di Gala Tech un manager industriale (Antonio Perfetti, ndr) sta lì a dimostrarlo».

A che punto è la ricerca del partner finanziario?

«Perfetti sta acquisendo una serie di elementi di valutazione per avere la certezza del percorso: il piano industriale è impegnativo, il confronto con gli operatori è aperto».

La vicenda Gala-Solsonica è però oggetto anche di scontro politico, alla vigilia delle Comunali. Antonio Cicchetti parla di «ennesima illusione» e rilancia piuttosto sull’industria farmaceutica: «Il disimpegno di Gala è la conferma che invece di aspettare l’ennesimo salvatore da fuori era meglio puntare sulle imprese locali, che solo in minima parte sono state ricomprese nell’accordo di programma». E poi accusa la Regione di aver dilatato i tempi a dismisura. Vero: gli uffici arrancano, il mercato vola. Le occasioni passano.
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