Le sue parole «Le gocce fanno il mare, questo è il segreto del vivere insieme. A volte l’uomo se lo dimentica. Ognuno porta il suo mattoncino in fabbrica e la fabbrica si ricostruisce, riparte, ricomincia» sono di stimolo a coloro che stanno tentando di ricostruire il loro futuro, moralmente e materialmente, a quasi un anno dal sisma.
«Questo è un paese che ha bisogno di avere radici e memoria. È importante perché in un attimo si rischia di essere dimenticati. E allora bisogna esserci, bisogna tornare, bisogna sacrificare il proprio tempo libero e impegnarsi perché di fronte al male bisogna essere seri ma non ogni tanto, sempre, poiché questo paese di male ne deve fronteggiare tanto» continua Insinna, che dimostra così la sua sensibilità verso i terremotati.
E poi lancia un appello agli italiani: «Noi siamo un popolo meraviglioso, siamo meravigliosi nell’onda emozionale, e invece qui la battaglia è dura e lunghissima. Sono italiano, sono innamorato del mio paese e delle persone che lo vivono e lo abitano e che hanno diritto a riavere una vita vera e non una sopravvivenza».
Lo spirito del conduttore non si spegne mai, neanche quando una turista, emozionata nel vederlo, gli si fa incontro meravigliandosi della sua inusuale tristezza e lui con una simpatica e spontanea reazione risponde che i sorrisi sono inopportuni in questa situazione.
Concludendo e citando le parole del conduttore «Il mio è un gesto piccolissimo per dire ripartiamo ancora di più tutti insieme e poi torniamo, ritorniamo, ritorniamo, la battaglia è ancora lunga» ci augura che la rinascita di Amatrice sia come quella della Fenice che rinasce dalle propri ceneri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA