Rieti, nessuna discarica a Fiamignano
assolto l'ex sindaco Filippo Lucentini

Rieti, nessuna discarica a Fiamignano assolto l'ex sindaco Filippo Lucentini
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Sabato 12 Maggio 2018, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 13:03
RIETI - Non era una discarica abbandonata, ma un deposito temporaneo dove il Comune poteva trasferire i rifiuti ingombranti per evitare che venissero dispersi sul territorio. Eppure, secondo la Forestale, intervenuta dopo un esposto, il sito nei pressi di Gamagna, frazione di Fiamignano, in realtà era un centro di raccolta per gestire rifiuti pericolosi e non, dove erano stati trovati imballaggi di plastica, di vetro, sanitari, materassi, mobilio, televisori e apparecchiature elettriche, frigoriferi e altro ancora.

Era seguito il sequestro - revocato dopo tre anni e una bonifica costata 30mila euro al Comune - e il rinvio a giudizio del sindaco Filippo Lucentini (nella foto) con l’accusa di aver violato il codice sulle norme ambientali, ma in tribunale è emersa la correttezza dell’operato del primo cittadino che - difeso dall’avvocata Anna Rita Rufini - è stato assolto dal giudice monocratico perché il fatto non sussiste, al termine di una vicenda giudiziaria durata oltre sei anni.

LE TAPPE
Lucentini, eletto nel 2011 alla guida dell’amministrazione, si era trovato subito ad affrontare il problema dei rifiuti ingombranti che la Provincia non era riuscita a risolvere, pur avendo deliberato nel 2008 la realizzazione di un’isola ecologica nel Cicolano e, successivamente, aver approvato il progetto esecutivo prevedendo una spesa di 340mila euro. Piano che avrebbe dovuto portare a termine la settimana Comunità montana ma, rimasto al palo, tanto che il neo eletto sindaco, proprio per scongiurare fenomeni di abbandono incontrollato dei rifiuti e rischi per l’ambiente, aveva individuato nell’ex deposito della Ferrocemento il luogo dove invitare i cittadini a conferire materiali ingombranti.

Sito temporaneo, dunque, regolarmente recintato, acquisito dopo la convenzione di 140 giorni stipulata con una ditta incaricata dell’attività di smaltimento effettuata due volte l’anno. Una scelta operata da Lucentini in continuità con chi l’aveva preceduto, ha argomentato la difesa, poiché il Comune non era nelle condizioni di poter effettuare direttamente la raccolta dei rifiuti, ma solo di conferirli in un’apposita area per scongiurarne l’abbandono selvaggio.
 
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