Fara Sabina, Mazzeo accusa:
"Il corpo dei vigili urbani distrutto"

FARA SABINA - «Polizia locale allo sfinimento». La denuncia arriva dall'ex sindaco Vincenzo Mazzeo che rivendica la paternità del patto «Fara sicura» che, a suo dire, nel secondo comune della provincia sta perdendo la sua efficacia. «Il corpo della polizia municipale attacca Mazzeo - di fatto non esiste più. La legge indica almeno sette unità in servizio e noi siamo ridotti a sei. Questo determina l'impossibilità di turni completi giornalieri e di conseguenza genera un minor controllo del territorio. Cosa che peggiora, aggiungendo l'impossibilità di assumere altri agenti a tempo determinato a causa del predissesto. Anche i due unici telefonini di servizio sono stati disattivati». Questo indebolimento per Mazzeo si inserisce in un momento cruciale per il comune: l'apertura del centro di distribuzione Amazon.
«Alla vigilia di un cambiamento storico che determinerà anche nuove problematiche di viabilità e forse di sicurezza ci troviamo impreparati per colpa della folle e incapace gestione del sindaco incalza Mazzeo -. Ho usato volutamente il forse in quanto conosco bene l'autorevolezza e la capacità della altre forze dell'ordine, quali carabinieri e polizia di stato e guardia di finanza». Dal 2000, anno in cui la legge 267 conferiva la competenza della sicurezza ai sindaci, i poteri alla polizia locale sono andati sempre di più ad aumentare. «Siamo stati tra i primi a sperimentare il patto Fara sicura siglato con la prefettura - ripercorre Mazzeo - per rispondere al bisogno sempre maggiore di sicurezza con un coordinamento nuovo delle forze disponibili e nuove tecnologie». E oggi? «Oggi il decreto Minniti dello scorso febbraio aggiunge l'ex amministratore - dà ancora più poteri ai sindaci e noi ci troviamo un corpo smontato. Ricordiamoci che anche il sistema di videosorveglianza ha bisogno di personale per controllare la sala operativa. Ma con amarezza assistiamo al declino di Fara e non vorrei, come spesso accade che le responsabilità di tutto ciò ricadessero sugli agenti in servizio e sul loro comandante».