Fara Sabina, niente voti numerici al compito in due classi del Liceo Rocci ma un giudizio su cosa migliorare

Liceo Lorenzo Rocci
di Raffaella Di Claudio
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Domenica 15 Ottobre 2023, 00:10

RIETI - Il liceo Lorenzo Rocci di Fara Sabina è la prima scuola “senza voti” della provincia di Rieti, o meglio la prima ad abbandonare i numeri per adottare la valutazione educativa, quella cioè che giudica interrogazioni ed elaborati scritti non ancorandoli alla scala numerica, spesso fonte di stress e frustrazioni. Al compito verrà quindi attribuita una descrizione relativa a cosa l’alunno abbia saputo fare nella prova e cosa ancora no: in questo modo lo studente saprà su cosa dovrà lavorare e si concentrerà sul processo e non sul risultato, perché non si soffermerà più esclusivamente su un numero, ma sugli aspetti da migliorare.

Le tappe. A sperimentare l’approccio, sette anni fa, fu il liceo Morgagni di Roma e, negli ultimi mesi, è nato un movimento di docenti di molte scuole italiane, intenzionati a cambiare il volto della didattica.

I voti numerici, secondo tale approccio, saranno visibili solo sulle pagelle nel tentativo di rimettere, come spiegano i professori del Rocci, «al centro della scuola il valore formativo che ogni valutazione dovrebbe assumere nei confronti degli studenti, anziché essere fonte generatrice di stress, ansia e abbandoni. Quel che è fondamentale chiarire - aggiungono - è che non si tratta di abolire i voti, cosa che di fatto sarebbe anche illegale, dal momento che l’atto di valutare costituisce un obbligo e un dovere per ogni insegnante. I voti ci saranno, ma solo nelle pagelle, mentre nelle prove in itinere privilegeremo metodi di valutazione realmente formativi e che rafforzino la motivazione intrinseca di ragazze e ragazzi».

La spiegazione. Il progetto, denominato “Scuola della fiducia e della consapevolezza”, avviato in via sperimentale, al momento, riguarda due classi dell’istituto - una prima del liceo classico e una prima dello scientifico - ed è portato avanti da un gruppo di docenti del Rocci, che dallo scorso mese di gennaio ha deciso di rimettersi in gioco, partecipando ad attività di autoformazione, seminari e convegni promossi dai colleghi dei licei romani, come il liceo Aristofane e il liceo Amaldi. «Il passo successivo - osservano gli insegnanti - è stata la collaborazione con il dipartimento di Pedagogia di Roma Tre, dove il professor Cristiano Corsini, autore del volume “La valutazione che educa”, sta portando avanti un impegnativo e articolato progetto di accompagnamento nei confronti di quelle scuole che hanno deciso di sposare i principi di una pedagogia attiva, in cui il momento della verifica contribuisca a orientare gli studenti verso il proprio miglioramento e l’autoconsapevolezza di sé».
Prima sostenitrice del progetto, frutto di un lungo percorso di studio, riflessione e confronto, è la dirigente scolastica, Maria Desideri. «La scuola è viva - commenta la preside - e assolve al suo compito educativo se sa mettersi in discussione ed è capace di accogliere le sfide del cambiamento sociale e culturale. La sperimentazione avviata si colloca nel solco di un’educazione che pone al centro la persona e la sa rendere protagonista del proprio processo di apprendimento e di crescita umana».

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