E il vicesindaco Cuneo, nella commissione bilancio di giovedì, ammette che «dovremo prendere necessariamente delle decisioni poco piacevoli. Poco piacevoli perché nessuno prende a cuor leggero la necessità di dover interrompere o razionalizzare un servizio». Il Comune, nel caso in cui Corte dei conti e Ministero li avallino, si troverà a gestire due piani di rientro: uno trentennale da circa 153mila euro l'anno per ripianare 4milioni e 610mila euro di debiti emersi dal riaccertamento straordinario dei residui; l'altro da 10 anni, noto come riequilibrio finanziario (predissesto) su 3milioni e 100mila euro circa. Di conseguenza la legge impone di ridurre le spese e aumentare le entrate.
«E' nostra intenzione - ha spiegato Cuneo - cercare di tutelare l'area dei servizi sociali che sul bilancio pesa molto perché si è sempre ritenuto che fosse di particolare importanza. Su altri servizi dobbiamo pensare di gestirli in maniera diversa, magari non con un'esternalizzazione totale (strada finora preferita dall'amministrazione Basilicata, ndr), ma svolgendoli con l'aiuto delle associazioni». «Bisognerà anche analizzare - ha aggiunto il consigliere Fabio Bertini - alcune situazioni sui servizi a domanda individuale, le cui tariffe, ad oggi molto basse, non sono più sostenibili. I servizi a domanda individuale necessitano di essere aumentanti, come giusto che sia. Se la gente li vuole è giusto anche che li paga il giusto prezzo come avviene nei comuni limitrofi».
L'EX ASILO DI TALOCCI
«Anche l'alienazione degli immobili è uno degli strumenti consentiti dalla legge per ripianare il disavanzo - ha concluso l'assessore. - Non nascondiamo che uno degli immobili che pensiamo di mettere in vendita è la vecchia scuola di Talocci che è pericolante (che negli ultimi bilanci sarebbe dovuta diventare un centro diurno, ndr). Al momento, però, non c'è ancora nulla, sono solo parole».
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