Rieti, maxi buco di bilancio a Fara:
la minoranza rigetta le spiegazioni
fornite dal sindaco Basilicata

Rieti, maxi buco di bilancio a Fara: la minoranza rigetta le spiegazioni fornite dal sindaco Basilicata
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 23 Maggio 2017, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 17:12
RIETI - Arriveranno questa mattina in consiglio comunale i due piani di rientro per risanare il buco da circa 7 milioni e 735 mila euro che si è aperto nel bilancio comunale di Fara Sabina. In attesa di ascoltare le parole del sindaco Davide Basilicata, assessore al Bilancio negli anni 2011-2016, quelle pronunciate in commissione dal successore Roberta Cuneo lasciano emergere una nuova incongruenza.

Una incongruenza tra quanto dichiarato dalla vicesindaco e i contenuti della delibera di giunta 66, relativa al riaccertamento straordinario che ha portato al buco di 4milioni e 610mila euro. Se la delibera numero 66 certifica un errore commesso nell’effettuare la procedura nel 2015 con una «determinazione che si è rivelata non coerente alla normativa vigente e non congrua ai residui attivi rimasti iscritti al primo gennaio 2015», il vicesindaco parla invece di
scelte.

LA SPIEGAZIONE
«Nel momento in cui la legge imponeva il riaccertamento - sostiene Cuneo - si è deciso di far procedere il principio di armonizzazione senza dare uno scossone troppo violento. Non che ci fosse la volontà di voler nascondere per poter fare le elezioni (obiezione sollevata con forza dal consigliere Pd, Paolo Spaziani, ndr). Si voleva cercare di riscuotere la grossa massa di morosità che pesava sull’Ente e costitutiva un fondo crediti molto elevato, portando alla riscossione, all’abbassamento del fondo e all’adeguamento al principio economico finanziario nuovo in modo più calmo». La ricostruzione dell’assessore non convince il consigliere di Fara bene comune, Danilo Maestri.

«Che fosse permesso fare quello che sostiene l’assessore - contesta - ovvero la gradualità dell’entrata in vigore del principio contabilità, è tutto da dimostrare. A mio avviso, non è possibile. Se tale riaccertamento straordinario graduale fosse stato perseguibile, lo avrebbero applicato anche tutti gli altri Enti che invece nel 2015 si sono adeguati alle nuove norme. Inoltre, se il Comune avesse provveduto due anni fa ad effettuare il riaccertamento, avrebbe risparmiato circa 3 milioni e 100 mila euro di residui che si sono dovuti cancellare ora. Invece, si è continuato a spendere il 100% quando si incassava solo il 30%, generando l’ulteriore debito. Si è continuato a spendere pur non potendo farlo. Perché - conclude Maestri - era, a vostro avviso, necessario». «E qualcuno - aggiunge Spaziani - se ne dovrà assumere la responsabilità».
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