In apertura di incontro Enrico Aragona – candidato alle Regionali per “Noi con l’Italia” – rimarca il sostegno a Perelli ma confessa il suo “piccolo sfizio”: prendersi una rivincita con “l’innominabile”, l’ex sindaco Simone Petrangeli. «E’ un partita che mi gioco con chi ha tentato di distruggermi. Ma ora ci rincontriamo, e vedremo se le persone metteranno la croce su Aragona o su Petrangeli». A richiamarlo garbatamente all’ordine è lo stesso Maurizio Lupi: «Caro Enrico, noi non siamo come gli altri, che le colpe sono tutte di chi ci ha preceduto e i meriti tutti i nostri. Noi siamo per riportare la politica ad un binario di responsabilità e di normalità».
E ha indicato lo scudo crociato nel simbolo di “Noi con l’Italia”: «Quella è una storia importante del passato e noi vogliamo farla diventare importante anche per il futuro. Noi non siamo la quarta gamba del centrodestra: noi siamo in una coalizione di quattro forze politiche quelli che portano in dote l’equilibrio e la responsabilità che servono quando si governa un Paese. Nel nostro nome c’è già il programma: “Noi con l’Italia”, non Salvini, non Meloni e con tutto il rispetto nemmeno Berlusconi. Al Paese, alla politica, non servono supermen ma persone normali».
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