Rieti, la Coop 76 è insolvente
e non potrà rimborsare i soci:
per il cda ora scatta l'accusa
di bancarotta fraudolenta

Rieti, la Coop 76 è insolvente e non potrà rimborsare i soci: per il cda ora scatta l'accusa di bancarotta fraudolenta
di Massimo Cavoli
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Giovedì 28 Settembre 2017, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 13:35
RIETI - La novità arriva in apertura di udienza, quando il vice procuratore onorario Morandi deposita agli atti del processo la sentenza emessa dal tribunale civile che dichiara l’insolvenza della Cooperativa Risparmio 76. Per gli ex amministratori, rinviati a giudizio per appropriazione indebita e truffa (la somma contestata è di oltre due milioni e mezzo di euro, costituiti dai versamenti di 831 soci prestatori, ammanco che gli imputati hanno sempre negato), potrebbe ora profilarsi una modifica del capo di imputazione per il quale vengono attualmente giudicati dal giudice monocratico (si sono già svolte alcune udienze) in quello di bancarotta fraudolenta.

La richiesta è stata sostenuta dagli avvocati di parte civile Fabrizio Di Paolo, Giorgio Cavalli e Costanzo Truini, legali di un gruppetto di ex dipendenti (reclamano danni patrimoniali per stipendi arretrati, quote di previdenza complementare e del trattamento di fine rapporto non pagati nonché morali, oltre alla perdita di chance lavorative quale conseguenza del crack finanziario), perché l’insolvenza accertata dai giudici viene ritenuta equivalente a una dichiarazione di fallimento e questo, stante la natura penale della vicenda, fa scattare l’ipotesi del reato più grave.
Il dottor Morandi, replicando alla giudice Ilaria Auricchio che, alla luce della dichiarazione di insolvenza, gli chiedeva come intendesse procedere, ha deciso di trasmettere la sentenza al sostituto procuratore Lorenzo Francia, titolare del fascicolo, perché sia lui a decidere.

LA NUOVA IPOTESI ACCUSATORIA
A quel punto, se il pm deciderà di contestare la bancarotta fraudolenta a Giuseppe Martellucci, ex rappresentante legale della società e ritenuto co-amministratore di fatto, Pierlorenzo Scacciafratte, ex direttore vendite e commercializzazione (entrambi difesi dagli avvocati Pietro e Italo Carotti), e Sergio Rigliani (assistito dall’avvocato Maurizio Esposito Acciarini), ex presidente del consiglio di amministrazione, il processo diventerà di competenza del tribunale collegiale poiché si tratta di un reato per il quale è prevista dal codice una pena superiore ai cinque anni. L’Auricchio ha comunque concesso solo un breve rinvio e si tornerà in aula tra due settimane, quando si conoscerà l’orientamento assunto dalla procura.

GLI ALTRI IMPUTATI
Ma l’eventuale modifica del capo di imputazione potrebbe essere esteso anche agli altri due imputati minori, gli ex dipendenti Alessandro Toniolli e Davide Carloni (difesi dagli avvocati Pietro Carotti e Domenico Orsini), nonostante siano chiamati a rispondere della sola accusa di favoreggiamento per avere - secondo procura e guardia di finanza che hanno condotto le indagini - prelevato somme di denaro dai conti della Coop 76 per versarle in conti correnti riconducibili all’ex amministratore Martellucci. La dichiarazione di insolvenza del tribunale civile è giunta a distanza di cinque anni (21 giugno 2012) dalla dichiarazione di liquidazione coatta della società, accertata in seguito ai risultati dell’indagine, scattata in base alle querele presentate da molti soci ai quali non era stato restituito il denaro investito nel capitale della cooperativa.
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