Rieti, conti del Comune
Petrangeli a Cicchetti:
"Nessun buco"

Simone Petrangeli
di Alessandra Lancia
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Lunedì 2 Luglio 2018, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 14:01
RIETI - Il sindaco Cicchetti, intervistato ieri dal Messaggero, difende il suo primo anno a Palazzo, zavorrato da un bilancio da dissesto economico non risanato. L’ex sindaco Petrangeli legge e sobbalza: «Non volevo credere ai miei occhi: Cicchetti, sostenendo che nel 2012 i conti del comune erano da dissesto, ha detto l’esatto opposto di quanto sostenuto durante la campagna elettorale. E accusandoci di non aver risanato dimostra di non sapere neppure quello che la sua amministrazione ha approvato: un bilancio consuntivo del 2016 con qualcosa come 6,5 milioni di euro di avanzo di amministrazione, ben oltre i 2,5 milioni e mezzo circa da rimettere ogni anno per 10 anni per onorare il piano di rientro. Allora questo buco dove sta? E a quanto ammonta?». Sembra che lo stiano quantificando: «Aspettiamo fiduciosi e speriamo bene per il Comune, visti i dirigenti e i consulenti a cui l’amministrazione si è affidata, spendendo qualcosa come 200 mila euro. Anche la storia che noi avremmo spalmato il debito su 30 anni invece dei 10 consentiti non sta né in cielo né in terra. Se la gestione del bilancio non fosse una cosa seria, ci sarebbe da ridere. Ma la verità è un’altra». E sarebbe? «Che in una condizione oggettivamente difficile com’è quella di un sindaco oggi, Cicchetti non sa assolutamente dove mettere le mani. Pensava di trovare la situazione di 24 anni fa: ma l’età dell’oro dei sindaci è finita da un pezzo. E dirò di più: quell’oro di cui brillò quella stagione lo abbiamo pagato e caro noi vent’anni dopo. Ma almeno abbiamo fatto un’operazione verità con i cittadini. A me invece Cicchetti in ogni comizio mi accusava di aver preferito il risanamento del bilancio alle persone. Oggi dice l’opposto. Che si mettesse d’accordo con se stesso».

MARRONI E LUDOVISI
Bordate su Cicchetti anche dall’ex presidente del consiglio comunale Gian Piero Marroni: «Dice che nel 2012 il dissesto era nelle cose. In campagna elettorale aveva detto l’opposto dicendo che era inutile il piano di rientro. Il tempo è galantuomo, smaschera promesse impossibili e spot elettorali». Giovanni Ludovisi, ieri assessore, oggi consigliere di minoranza, sceglie l’ironia: «Leggo che sindaco e giunta praticano la regola dell’ora et labora: se continuano così ai poverelli fuori dal convento non resta che sperare nel miracolo».
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